“Ho visto il buio. Ci sono state mattine in cui non avevo la forza di alzarmi e fare fisioterapia. Fortunatamente ho anche imparato a stare nel buio in questi anni. Mi è servito per riflettere e capire cosa volevo“. Le parole sono di Matteo Berrettini, l’alfiere del tennis italiano quando ancora Jannik Sinner era un talento in attesa di sbocciare definitivamente.
Sembra passato un secolo dalla finale di Wimbledon 2021, da quando era lui l’unico italiano in top 10 (6° il 31 gennaio 2022). Eppure Matteo resta ancora uno dei migliori tennisti in circolazione nel momento in cui corpo e mente vanno di pari passo. Nel 2023 non è stato così.
Gli infortuni e il lento rientro
“Mi sono fermato perché testa e corpo non andavano più insieme, mi mancava per la prima volta la voglia di andare in campo“, confessa il tennista romano, come riportato da “La Gazzetta dello Sport”. Gli infortuni che lo hanno tenuto fermo per tutto il 2023 gli negheranno anche la presenza in Coppa Davis. Il rientro è previsto per gennaio 2024, Berrettini prosegue nel suo percorso di recupero lento e costante.
A proposito di “costante”, quella di voler tornare a giocare a tennis è ritornata a esserlo nella sua vita: “ho capito che è una delle cose che insieme alle persone che amo mi rende felice. E così, piano piano ho iniziato a risalire“.
Ma senza affrettare i tempi: “voglio godermi il viaggio, tornare a fare un passo alla volta come facevo agli inizi. Inutile pensare di fare un passo di sei metri“.
In Coppa Davis da tifoso speciale
Berrettini seguirà l’Italia a Malaga per la Coppa Davis, ma lo farà da tifoso speciale. “Sono venuto quando tutti i ragazzi hanno detto di sì. – spiega – Per me è importante stare qui, respirare l’atmosfera delle competizioni. Invidia di Sinner? Assolutamente no, anzi è uno stimolo a ripartire. Lui ha fatto cose straordinarie e merita di essere leader di questa squadra. Il gruppo è compatto e motivato, io spero di esserci alla prossima Occasione, intanto darò la mia spinta dalla panchina“.