Abdul-Jabbar, Malone e Mr. Logo: C. J. Kupec lega il mito della Viola all’NBA | INTERVISTA

C. J. Kupec, ospite a Reggio Calabria per i 40 anni della prima A2 della Viola, racconta la sua esperienza fra le stelle NBA

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Se giocassi in questi anni, con più tiri dal lontano e meno difesa, avrei sicuramente potuto giocare più anni in NBA“. Firmato C. J. Kupec. Il lungo americano, visto in NBA con la maglia dei Lakers e dei Rockets dal 1975 al 1978, ha colto l’occasione per dire la sua sul basket moderno, ben diverso dai tempi in cui giocava.

La location è stata la cerimonia dei 40 anni della prima, storica, promozione in Serie A2 della Viola Reggio Calabria, celebrata quest’oggi in un evento che ha visto Kupec come ospite d’onore in quanto colonna portante delle stagioni in A2 del club reggino che, in quegli anni, sta vivendo l’inizio del mito che portò alla Serie A1, all’avvento di Ginobili e agli anni d’oro del basket in riva allo Stretto.

Il centro americano è stato un giocatore in grado di anticipare, di gran lunga, i tempi. I suoi 203 cm gli impedivano di avere la meglio con i big man dell’epoca e Kupec dovette migliorare nel tiro dalla distanza e nel gioco fronte a canestro in un basket in cui non esisteva ancora il tiro da 3 punti (introdotto nel 1984-1985, ndr).

Small ball

Kupec ha fatto di necessità virtù divenendo un centro in grado di far male dalla distanza, il fit perfetto per tutte quelle squadre che oggi, a 40 anni di distanza, usano (e abusano) lo ‘small ball‘. Un tipo di basket che però C. J. non apprezza particolarmente.

Ai miei tempi nell’NBA c’erano meno squadre, il livello era più alto, alcune partite erano come match di boxe. Onestamente, il tipo di gioco attuale non mi piace. Una squadra forte, oggi, può avere un quintetto senza lunghi, giocando ‘small ball’. Anche io avrei potuto giocare in un quintetto del genere. – racconta a StrettoWeb – Nessuno gioca più nell’area dei 3 secondi o schiena a canestro. Il centro dei Denver Nuggets campioni NBA, Nikola Jokic, tira molto da 3 e gioca poco spalle a canestro. Sapete di ‘chi è la colpa’? Di Mike D’Antoni (ride)”.

Abdul-Jabbar, Malone e Mr. Logo

Kupec ha diviso il parquet con grandissimi nomi del basket a stelle e strisce. Il più grande è stato, senza dubbio, Kareem Abdul-Jabbar, stella dei Los Angeles Lakers. “Io ho giocato ogni giorno contro Kareem Abdul-Jabbar ogni giorno in allenamento. – ha spiegato – Io fisicamente non potevo reggere il confronto contro di lui, fu in quel momento che spostai il mio gioco un po’ più fuori. Per me Kareem è stato il miglior giocatore al mondo, ho imparato molto da lui“.

Ai Rockets il leader era Moses Malone: “Moses Malone è stato un grande uomo squadra. Per me è anche il miglior rimbalzista di tutti i tempi. Aveva un sesto senso che gli permetteva di capire, in modo incredibile, dove andasse la palla dopo un tiro“.

Non solo compagni, anche un grande coach come Jerry West, l’uomo raffigurato nel logo dell’NBA. “È stato il mio allenatore al mio secondo anno in NBA, mr. Logo NBA. Un giocatore con il suo talento non è scontato che potesse diventare anche un buon allenatore com’è stato lui”.

La Viola del presente

Il presente della Viola è ben lontano dai fasti del passato, ma quest’anno in riva allo Stretto si respira una nuova aria. La squadra è retrocessa in B Interregionale dopo una stagione difficile passata nel girone lombardo-veneto (sì, Reggio Calabria ha giocato al Nord tutto l’anno) con un dispendio economico incredibile.

La testardaggine e la passione del presidente Laganà hanno permesso di tenere in vita il mito. Si è ripartiti da una squadra giovane che sta 6-1 in stagione, trascinata dal talento dell’ucraino Tyrtyshnik e dalla grinta del capitano Thomas Binelli, figlio del grande Gus Binelli.

Grazie allo sponsor Myenergy, che sta valutando l’acquisto della società, la Viola è la prima squadra green al mondo, in grado di auto-finanziarsi slegando il destino del club dalle contingenze economiche del singolo soggetto. Un investimento, quello sul fotovoltaico, con una ricaduta positiva anche sulla città. La fenice neroarancio è pronta a risorgere di nuovo?

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