Nik Melli a SportFair: “Preolimpico da underdog. Con Milano facciamo 31”

Dai Mondiali al Preolimpico, da Datome a LeBron, dall’Olimpia Milano all’NBA: Nick Melli si racconta a SportFair

SportFair

È stata un’estate intensa, con tante emozioni, come sempre in Nazionale”. Come dargli torto. Nik Melli non si è fermato un attimo passando dal 30° scudetto di Milano alle emozioni del Mondiale chiuso con un pizzico di amarezza. Poi qualche giorno con moglie e figlia per ricaricare le pile e subito “ritorno in ufficio”, preparazione alla nuova stagione con l’Olimpia Milano.

Nonostante i ritmi serrati, Melli ha trovato un po’ di tempo da dedicare a SportFair per una chiacchierata sul basket a 360° nella quale abbiamo toccato tanti temi caldi riguardanti la pallacanestro.

USA e Banchero

Domanda secca: sei soddisfatto dal Mondiale? “Sì e no. Essere fra le prime 8 al mondo non è scontato, ci sono squadre che sulla carta erano più attrezzate di noi che non ce l’hanno fatta. Però l’ambizione è quella di finire sempre fra le prime 3”. Non fa una piega. L’Italia ha giocato un buon torneo, è tornata tra le prime 8 al mondo come non le succedeva dal 1998, ma il 100-63 contro gli USA ha lasciato l’amaro in bocca.

L’accoppiamento con gli USA è stato inaspettato, un po’ sfortunato beccarli come seconda, ma non è detto che con la Lituania saremmo arrivati fra le prime 4, ce la saremmo dovuta sudare, magari sarebbero stati un pelo più alla nostra portata. – ha dichiarato Melli – Contro gli USA abbiamo sofferto il loro atletismo e la loro fisicità, non credo che abbiamo approcciato male la nostra partita, nonostante il punteggio. Due squadre erano ostiche per noi: USA e Germania, le più fisiche, soprattutto gli USA, straripanti atleticamente”.

Negli USA ha giocato Paolo Banchero, ROY NBA degli Orlando Magic che, nei mesi precedenti al torneo, ha tenuto tutti i tifosi italiani con il fiato sospeso sulla scelta della propria nazionale. Sappiamo tutti com’è andata a finire.

Banchero è fortissimo, ha fatto un grande anno in NBA. Mi sarebbe piaciuto giocare con lui, avrebbe avuto un ruolo maggiore rispetto a quello che ha negli USA, per noi sarebbe stato un upgrade. – sottolinea Melli con schiettezza – Credo comunque che la sua sia stata una scelta legittima: quando ho saputo che ci sarebbe stato uno spiraglio per giocare con gli USA, ho capito che sarebbe stato abbastanza scontato. Non per una questione di possibilità di vittorie, ma di appartenenza, lui è un ragazzo nato e cresciuto in America”.

Nicolò Melli
Foto di Mark R. Cristino / Ansa

Preolimpico

Per qualificarsi alle Olimpiadi di Parigi 2024 servirà passare per il Preolimpico. L’Italia non sarà testa di serie e si ritroverà nel girone una tra Spagna, Lettonia, Lituania e Slovenia (teste di serie). Le insidie non mancano anche nelle altre fasce: Grecia, Brasile, ma anche le piccole Bahamas che hanno già schierato Eric Gordon, DeAndre Ayton e Buddy Hield, ma accarezzano il sogno di convocare Klay Tompson, Naz Reid e i fratelli Mobley, un roster clamoroso con talenti di primo piano dell’NBA.

Il Preolimpico è difficile da leggere, oggi è ancora troppo presto, bisognerà vedere come ci arrivano le Nazionali alla fine dei campionati. – chiarisce MelliNoi non eravamo favoriti quando abbiamo vinto il preolimpico in Serbia e, anche se sei testa di serie, ci sono squadre in seconda fascia di assoluta qualità. Due squadre di grande qualità te le ritrovi sempre. Spero che in questa stagione possiamo crescere e ritrovarci la prossima estate più consapevoli delle nostre possibilità, siamo degli underdog ma possiamo farcela”.

Italia Basket
Foto di Rolex Dela Pena / Ansa

L’amicizia con Datome

L’ultima gara dei Mondiali contro la Slovenia è coincisa con l’ultima gara della carriera di Gigi Datome. Compagno di squadra al Fenerbahce, all’Olimpia Milano e in Nazionale, capitano, grande amico. Per Melli, Datome è stato questo e tanto altro: “Gigi è un grandissimo amico, abbiamo condiviso tanto, abbiamo vinto tanto e abbiamo perso. Sempre insieme. Eravamo in camera insieme, abbiamo due bimbe piccole, abbiamo tanto che ci accomuna.

Raccogliere la sua eredità? Lui è stato un grande capitano della Nazionale perché, prima di tutto, è una grande persona. Si tratta di continuare a essere quella brava persona, coerente, rispettare i compagni di squadra. Auguro a Gigi il meglio per quello che vorrà fare nel suo futuro”.

Olimpia Milano: abbiamo fatto 30… facciamo 31

Non ci sarà Datome, ma l’Olimpia Milano è pronta a una stagione da protagonista proprio sotto la guida di Nik Melli. Obiettivi? Vincere, è imperativo da quelle parti. “Quando sei all’Olimpia Milano non c’è trofeo che non sia il tuo obiettivo, questo vale per tutti i grandi club d’Europa. – sentenzia Melli – Il primo obiettivo stagionale è la Supercoppa. Poi in campionato vogliamo riconfermarci con il 31° scudetto.

In Eurolega speriamo di avere un’annata più fortunata di quella dell’anno scorso. Credo che, come la passata stagione, i Playoff siano un obiettivo realistico, seppur non facile. Una volta raggiunti i Playoff proveremo a giocarci le nostre carte, arrivarci non è scontato”.

Nicolò Melli
Foto di Filip Singer / Ansa

L’esperienza in NBA

Nel giugno 2019 Nik Melli decide di fare il grande salto in NBA firmando un biennale con i Pelicans. Pochi minuti e un ruolo di secondo piano, ma tanto lavoro. Poi la trade verso i Mavericks al termine del 2021, prima del ritorno a Milano.

Quella negli USA è stata un’esperienza bella, anche se magari non ho giocato quanto avrei voluto e per quanto duramente mi sono allenato. – ha confessato MelliMi ha insegnato a gestire tanti momenti e tante sensazioni dentro e fuori dal campo. Ho condiviso il parquet con grandi campioni, una fortuna che non hanno tutti.

Europa e NBA sono due mondi diversi. In America si progetta a lungo termine, si spende entro il salary cap, c’è una cultura sportiva diversa che ti permette anche di accettare annate pessime nell’ottica del rebuilding. Di là ci sono gli atleti migliori al mondo, i più pagati, vincere l’anello NBA è il massimo a livello di club”.

Nicolò Melli
Foto di Tannen Maury / Ansa

Le stelle dei Pelicans

Due domande a bruciapelo sulle stelle dei ‘suoi’ Pelicans. Brandon Ingram può diventare un giocatore MVP level? “Ingram l’ho visto lavorare, so che ragazzo è, tutti vedono quello che può fare. È anche una questione di essere al posto giusto nel momento giusto. È un giocatore di livello assoluto sia tecnico che fisico, ha il potenziale da star”, ha risposto Melli. E se lo ha fatto dopo il taglio che il cestista americano gli ha aperto sul viso ai Mondiali, ci crede davvero. “Ma deve tagliarsi le unghie”, ha aggiunto scherzando Nik.

Nicolò Melli
Foto di Mark R. Cristino / Ansa

Zion Williamson rischia di perdersi tra infortuni e vicende extra-campo? “Il problema è che sono talmente giovani che hanno tutto molto presto. Non è facile gestire questo tipo di pressioni. Serve capire come gestire tutto questo, avere intorno le persone giuste. Dal punto di vista fisico e tecnico gli ho visto fare delle cose che non ho mai visto fare da nessun altro. Io sono suo tifoso, è un ragazzo bravissimo, spero riesca a trovare un suo equilibrio fisico e mentale”.

Il giovane e il vecchio

A proposito di talenti NBA, non potevamo che concludere la nostra intervista con due cestisti agli antipodi in termini di età e di carriera, ma che condividono l’attenzione dei media.

Il primo è Victor Wembanyama, giovane ‘unicorno’ del basket francese, un 224 cm con le mani di una guardia, prima scelta dei San Antonio Spurs. Diventerà il ‘game changer’ che in tanti prospettano? “Auguro a Wembanyama di diventarlo. Ne ho sentito parlare benissimo, ci ho giocato contro un paio di volte ma non ho mai avuto modo di conoscerlo personalmente. In campo fa cose incredibile. Come appassionato di questo sport, mi auguro possa diventare una stella”. Ma Nik Melli come marcherebbe Wembanyama?Nono eh! Sono problemi di altri adesso! (ride)”.

Victor Wembanyama
Foto di Christophe Petit Tesson / Ansa

Il secondo non può che essere LeBron James. A 39 anni si appresta a vivere l’ennesima stagione NBA con il rischio che possa essere l’ultima (l’ipotesi è che aspetti il draft del figlio l’anno prossimo per giocare insieme).

Ho giocato un paio di volte contro LeBron James in NBA. La cosa che mi ha colpito di più è stata la capacità di accendere e spegnere l’interruttore. In una partita dopo 3 quarti normali, nel quarto ha cambiato passo, ha detto ‘adesso la vinco’. Mi ha dato l’impressione di poter controllare il suo impatto sulla partita. Poi a livello fisico è impressionante, penso possa giocare altri 10 anni. Ultima chance per l’anello? Impossibile da dire, dipende da troppi fattori”, ha concluso Melli.

Nicolò Melli
Foto di Etienne Laurent / Ansa
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