Incidente Bagnaia: come ha fatto a evitare il peggio? Il commento dell’esperto

Un grave incidente dal quale è uscito solo con qualche contusione e tanta paura: a Pecco Bagnaia è andata bene. L'esperto spiega perchè

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Un pericoloso highside lo ha sbalzato sull’asfalto mentre tutte le altre moto lo inseguivano a grande velocità. In tanti lo hanno evitato, Brad Binder no e gli è passato sopra le gambe con la sua KTM. Un’immagine che ha lasciato tutti senza fiato quella in cui Pecco Bagnaia viene letteralmente schiacciato dalle ruote della moto dell’incolpevole collega e resta steso sull’asfalto.

Momenti di panico, paura, lacrime. Troppi i brutti ricordi che riaffiorano alla mente. Ma fortunatamente, Pecco Bagnaia sta bene. Prima il pollice verso l’alto da parte dei sanitari, segno che la condizione non è critica, poi il trasporto in ospedale in stato di coscienza. Qualche ora più tardi, il dottor Charte esclude possibili lesioni e il pilota stesso, attraverso i social, rassicura: “oggi posso solo dire grazie“.

Pecco se l’è cavata con qualche contusione e tanta paura. Un miracolo. Ma com’è potuto succedere? Lo spiega Cesare Faldini, professore ordinario presso l’Università di Bologna e direttore della Prima Clinica Ortopedica all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, intervistato da “Il Corriere della Sera”.

È possibile: ed è determinato dalla conformazione delle nostre ossa: la struttura interna delle ossa (il sistema haversiano) ricorda dei micro-archi; se la forza d’urto agisce secondo l’orientamento di questi archi viene ‘scaricata’ e l’osso non si rompe, se impatta in una direzione diversa, l’osso si frattura. – spiega il professore – I soggetti allenati come può essere un pilota con l’esercizio rinforzano questi canali delle ossa. La sedentarietà, invece, fa riassorbire i canali. Gli sportivi o le persone meno sedentarie rischiano meno nelle cadute accidentali“.

Non c’è solo l’osso: i tessuti che lo circondano possono essere danneggiati anche molto seriamente dopo un incidente – aggiunge Faldini – “La frattura non è l’unico termometro della gravità del trauma: ci sono i tendini, i muscoli, i nervi, le arterie, le vene (e anche gli altri organi). Quando il trauma è grave è fondamentale la successiva osservazione in centri specializzati anche per monitorare eventuali complicanze gravi dell’arto infortunato che vanno al di là delle fratture“,

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