È il Major più antico al mondo, nato nel 1860, tanta tradizione e storia attraverso tre secoli. Il The Open celebra la 151ª edizione sul percorso del Royal Liverpool GC, a Hoylake in Inghilterra (20-23 luglio), con la presenza di tutti i migliori giocatori del mondo tesi a conquistare la Claret Jug, un autentico simbolo del golf. Nel field due azzurri, Francesco Molinari, che ha vinto la gara nel 2018, e Guido Migliozzi.
Nel quarto e ultimo torneo stagionale del Grande Slam, a difendere il titolo sarà l’australiano Cameron Smith, numero 7 del World Ranking, uno dei dodici giocatori della Superlega Araba in campo che lancerà nuovamente la sfida per divenire il primo a firmare una doppietta consecutiva dopo Padraig Harrington (2007, 2008) e per targare un altro Major LIV Golf, dopo il PGA Championship appannaggio di Brooks Koepka.
Si gioca per la 52ª volta in Inghilterra, contro le 97 in Scozia e le due in Irlanda del Nord, e per la 13ª al Royal Liverpool GC, la prima nel 1897 e la precedente nel 2014 quando a imporsi fu Rory McIlroy, settimo e ultimo a concludere la gara, al momento, wire-to-wire. Reduce dal successo nel Genesis Scottish Open, il nordirlandese, numero due mondiale, trova ampio spazio tra i favoriti insieme a Scottie Scheffler, numero uno, e a Jon Rahm, numero tre, che tuttavia dopo aver conquistato il Masters ha avuto un calo di forma. Non significa comunque che non possa divenire il primo spagnolo a salire sul gradino più alto del podio dopo Severiano Ballesteros (1988).
Con tanti campioni la lista dei possibili protagonisti è ovviamente lunga. Da Xander Schauffele a Patrick Cantlay, da Matt Fitzpatrick a Max Homa per proseguire con il citato Koepka, Jordan Spieth (a segno nel 2017), Collin Morikawa (suo il titolo nel 2021), Viktor Hovland, Justin Thomas per passare ad outsider come Wyndham Clark, il terzo vincitore di Major in stagione (US Open), Tony Finau, Sam Burns, Tom Kim e Tyrrell Hatton, per citare alcuni in grado di scombinare i piani dei più attesi. Assente Tiger Woods, non è una novità, ma fa sempre notizia anche quando è costretto a dare forfait.
Gli azzurri
Francesco Molinari disputa il 53° Major in carriera con 15ª presenza al The Open che ha vinto nel 2018, unico successo azzurro nella storia dei tornei del Grande Slam. Ha anche partecipato a 12 Masters, 13 US Open e ad altrettanti PGA Championship. Guido Migliozzi è al sesto Major, il terzo in Gran Bretagna. Ha disputato anche un Masters e due US Open, dove ha ottenuto un 4° e un 14° posto. Si gioca, naturalmente, anche in ottica Ryder Cup, quando manca poco alla chiusura dei giochi per completare i team della sfida al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio-Roma (29 settembre-1 ottobre). C’è però ancora spazio per entrare in squadra anche per i due azzurri, o con una grande impresa, che è sempre possibile, o magari con una delle sei wild card a disposizione del capitano europeo Luke Donald, assente nell’occasione, mentre ci sarà il capitano USA Zach Johnson, che ha portato a casa la Claret Jug nel 2015.
Record
Saranno in gara 156 giocatori dei quali 41 debuttanti e sei amateur, che si contenderanno la Silver Medal, lo scorso anno appannaggio di Filippo Celli, ora professionista, secondo italiano a conquistarla dopo Matteo Manassero (2009). Quindici i past winner: oltre a Smith, McIlroy, Spieth, Molinari, Johnson, Harrington e a Morikawa vi saranno Shane Lowry, Phil Mickelson, Henrik Stenson, Darren Clarke, Ernie Els, Louis Oosthuizen, Stewart Cink e John Daly.
Il successo di Cink è legato alla disavventura di Tom Watson (cinque titoli) che nel 2009 sbagliò un putt di poco più di un metro con cui sarebbe divenuto a 60 anni il più vecchio vincitore dell’evento (record ancora di Old Tom Morris, 46 anni, 102 giorni, 1867) e che lo avrebbe affiancato ad Harry Wardon (sei titoli). Fallito il colpo, lo statunitense poi perse nello spareggio. Daly, invece, nel 1995 superò nel playoff Costantino Rocca, secondo, rimasto miglior risultato azzurro sino all’exploit di Molinari.
Quanto a primati Cameron Smith lo scorso anno con “meno 20” (268 colpi su par 72) ha eguagliato lo score più basso in relazione al par di Henrik Stenson (264, -20, par 71, 2016), che però è recordman rispetto ai colpi. Tornando a Old Tom Morris, è il giocatore che ha vinto con il maggior distacco, 13 colpi sul secondo, nel 1862 (si giocava su 36 buche). Primato che resiste ancora per il The Open (e probabilmente durerà a lungo) e che lo è stato anche per gli altri Major fino al 2000, quando Tiger Woods ne inflisse 15 a Miguel Angel Jimenez e a Ernie Els nell’US Open.
Nella storia del torneo sono stati 27 i plurivincitori. Leader della graduatoria, come detto, Harry Vardon con sei successi seguito con cinque da Watson, James Braid, John Henry Taylor e da Peter Thomson.
Nei primi due giri Francesco Molinari sarà in terna con Denny McCarthy e con Mateo Fernandez de Oliveira e Guido Migliozzi avrà per compagni Oliver Wilson e Connor McKinney. Con Scottie Scheffler giocheranno Tommy Fleetwood e Adam Scott, mentre con Rory McIlroy ci saranno Jon Rahm e Justin Rose.
Il montepremi
Sono in palio 16.500.000 dollari, il più alto montepremi in assoluto, superiore di 2.500.000 dollari a quello dello scorso anno. Il vincitore riceverà 3.000.000 di dollari e potrà giocare il Major fino a 60 anni.
Dove vedere il torneo
Il torneo su Sky e in streaming su NOW – Il The Open sarà trasmesso in diretta sui canali Sky e in streaming su NOW. Prima giornata: dalle ore 7,30 alle ore 21,30 su Sky Sport Golf e su NOW e dalle ore 14 alle ore 17 su Sky Sport Summer.