Il debutto nella moda è rimandato per Verstappen: Nike blocca i piani dell’olandese

Max Verstappen vorrebbe debuttare nel mondo della moda con un suo marchio: l'olandese frenato però dal colosso Nike, i dettagli

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Max Verstappen non solo pilota! Il campione del mondo di Formula 1 sta tentando da diverso tempo di avventurarsi nel settore della moda, ma c’è qualcosa che gli impedisce di riuscirci.

L’olandese due volte campione del mondo sta cercando di espandere il suo impero, ma i suoi tentativi stanno incontrando degli intoppi lungo la strada. Verstappen ha un contratto con la Red Bull fino al 2028 e, secondo quanto riferito, sta pianificando di raggiungere altri obiettivi legati al motorsport al di fuori della F1 una volta scaduto il suo contratto.

L’olandese sta guardando anche al mondo al di fuori delle corse e vorrebbe creare un suo marchio di abbigliamento chiamato “Max 1”, ma deve fare i conti col colosso Nike, che sta lottando per impedire a Verstappen di realizzare il suo progetto a causa del nome, troppo simile alla gamma di scarpe “Nike Air Max”. 

I dettagli

Un rapporto dell’agenzia dei marchi della regione, The Benelux Office for Intellectual Property, ha confermato che è in corso un’indagine a seguito di una denuncia di Nike. Oltre alle preoccupazioni sulla somiglianza del nome, l’opposizione di Nike riguarda anche problemi di stile.

Nella relazione si legge: “entrambi i segni contengono la parola MAX, sebbene in un punto diverso. Nei marchi invocati, gli elementi AIR e MAX hanno uguale peso nell’impressione complessiva. Nel segno contestato, l’accento è posto sulla parola MAX. Il numero 1 sarà considerato come una specificazione di MAX. In tal senso i segni concordano. I prodotti in questione (Nike e Max) sono in parte identici e in parte simili. Dal punto di vista visivo e fonetico, esiste un certo grado di somiglianza tra i segni. Sulla base di questi e degli altri fattori sopra menzionati e data la loro interdipendenza, l’Ufficio ritiene che sussista un rischio di confusione nel senso che il pubblico può ritenere che i prodotti oggetto dei marchi invocati e quelli del segno contestato appartengano a stessa impresa o, eventualmente, da società economicamente collegate. Poiché è pratica comune nel settore dell’abbigliamento che lo stesso marchio sia configurato in modi diversi, il pubblico di riferimento potrebbe anche pensare che il segno contestato sia un marchio secondario dell’opponente (Nike)“.

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