Arianna Fontana torna all’attacco. Durante le Olimpiadi di Pechino accusò alcuni atleti italiani di averla ‘puntata’ volontariamente, durante gli allenamenti, per farla cadere. L’atleta azzurra aveva manifestato tutta la sofferenza ed il disaccordo con la Fisg. La situazione è poi esplosa con la minaccia di non rappresentare l’Italia alle prossime Olimpiadi invernali.
Adesso Arianna Fontana ha deciso di andare fino in fondo, chiedendo di riaprire le indagini. “Oggi ho mandato la richiesta di riapertura dell’indagine alla procura federale. La verità è un cardine fondamentale della nostra società e non deve essere diverso nello sport.
Sono stata presa di mira durante degli allenamenti ed eventualmente sono caduta infortunandomi alla caviglia. È successo davanti a tutti, e nessuno di quelli che avrebbero potuto e dovuto fare qualcosa per impedirlo hanno agito per tutelarmi. Ed è per questo motivo che non mi fido e non posso fidarmi, se non cambiano le cose.
In molti vi chiedete perché sto facendo tutto questo, lo faccio non solo per difendere me stessa ma per difendere i diritti degli atleti. Quello che è successo a me può succedere ancora oggi, e vorrei che consideraste delle possibili situazioni che potrebbero ancora avvenire, come questa: alle Olimpiadi si portano 5 atlete donne e 5 uomini. Mettiamo che, dopo che la selezione degli atleti è gia avvenuta, l’atleta n.6, quindi il primo degli esclusi, a pochi giorni dall’inizio dell’evento, faccia cadere uno di questi atleti già qualificati e quest’ultimo si infortuni.
L’atleta infortunato, che aveva qualificato il suo posto meritevolmente non parteciperà alle Olimpiadi, mentre l’atleta che ha preso la decisione dannosa nei confronti di un compagno di squadra verrà premiato con la partecipazione alle Olimpiadi..E si, è così che andrebbero le cose perché questo sarebbe visto come un episodio normale durante gli allenamenti. Immaginatevi di essere nei panni dell’atleta infortunato, o dei suoi genitori, o compagni di squadra.. Che cosa stanno provando? Cosa stanno pensando? Dov’è la rappresentazione degli atleti? Dov’è la correttezza?
È tempo che gli atleti abbiano una rappresentanza e giustizia adeguate, perché in caso contrario perderemo generazione di atleti e questo dovrebbe essere visto come un fallimento dello sport italiano.
Faccio tutto questo per fare un passo verso uno sport pulito, basato sulla meritocrazia, sull’integrità e sulla fiducia. Dove le buone decisioni vengono ricompensate e quelle cattive insegnino, attraverso le conseguenze, a prendere decisioni migliori. Solo così possiamo costruire individui, e quando fai questo non puoi mai sbagliare”, il lungo messaggio sul profilo Instagram.