Bagnaia sulla copertina di GQ Hype: dai consigli di Rossi alle gare Sprint

Pecco Bagnaia sulla copertina di GQ Hype: il campione del mondo di MotoGP a 360 gradi, dal rapporto con Valentino Rossi alle gare Sprint

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Pecco Bagnaia è il protagonista della nuova cover GQ HYPE di GQ Italia. 26 anni, nato e cresciuto in Piemonte Francesco Bagnaia, detto Pecco, ha riscritto la storia conquistando lo scorso novembre il suo primo titolo mondiale della classe MotoGP in sella alla Ducati.

A GQ Italia parla del suo successo e dell’orgoglio di aver realizzato un’impresa incredibile: da 50 anni un italiano non vinceva un mondiale con una moto italiana. Nessun pilota ritiratosi in cinque gare nell’arco di un’edizione del Campionato Mondiale di MotoGp era mai riuscito a vincere quella stessa edizione del Campionato Mondiale di MotoGp; nessun pilota della classe regina aveva mai recuperato 91 punti di svantaggio in classifica.

Bagnaia racconta anche del suo rapporto con i compagni di gara e con le critiche, del legame con Valentino Rossi, suo mentore ed amico, e della speranza che il motociclismo italiano torni ai livelli di fine anni Novanta e inizio Duemila, regalando agli appassionati un Motomondiale davvero spettacolare.

Le dichiarazioni di Bagnaia

A proposito del successo al Motomondiale:

“Vincere da italiano e con una moto italiana è stata una cosa bellissima, erano cinquant’anni che non succedeva. Poi è avvenuto con la Ducati, e per me è stato come realizzare un sogno che mi portavo dentro da sempre”.

Sul rapporto con la velocità:

“La velocità è una cosa che mi appartiene. Mi è sempre stata dentro. Praticarla e saperla gestire mi viene spontaneo, non ho mai dovuto fare fatica per andare forte”.

Sulle critiche ricevute:

“Sulla mia testa ho dovuto lavorare parecchio, la considero un mio difetto. Perché sono autocritico, non sono mai davvero felice di quello che faccio, di come faccio andare la moto in pista, ma al tempo stesso ho sempre faticato a recepire le critiche nel modo giusto. Ma sono ancora giovane, ho ancora molto tempo per imparare e delle guide meravigliose a cui posso fare riferimento”.

Sul rapporto con Valentino Rossi:

“La presenza costante di Valentino, per me, è stata molto importante. E lo è ancora. Anzi, credo di poter dire che abbia fatto la differenza con i miei avversari. Vale è un maestro che col tempo è diventato un amico, ma soprattutto è stato un esempio da seguire: avendo vissuto una vita da pilota, sa dirti esattamente cosa fare e come migliorare in tutti gli aspetti che riguardano il nostro lavoro. Ancora oggi se ho bisogno posso rivolgermi a lui, e lui mi risponde pescando qualcosa dalla sua esperienza infinita. Cerco sempre di sfruttare questa possibilità al massimo”.

Sui suoi compagni di gara:

“Noi italiani stiamo tornando, siamo di nuovo in tanti ad andare veloce: il sottoscritto, Bastianini, Morbidelli, Marini, Bezzecchi, Di Giannantonio, tutti noi siamo cresciuti insieme e siamo davvero forti. Anche perché la competitività tra noi è sempre stata alta, e questo ci ha portato a migliorarci a vicenda”.

Sull’essere sè stessi nel mondo dello sport:

“Nel mio sport, ma penso sia così nello sport in generale, essere se stessi è la cosa più difficile. Forse perché viviamo in un ambiente in cui si va sempre alla ricerca del personaggio, e personalmente credo che sia una cosa piuttosto stupida”.

Sulle piattaforme social:

“Ormai bisogna accettare che le piattaforme social sono diventate fondamentali. Anzi, sono la macchina più potente che c’è, sono l’ambiente dove si creano le sponsorizzazioni, gli eventi, dove avviene tutto ciò che muove il mondo contemporaneo. E allora essere presenti non basta: bisogna lavorare bene sui propri profili, è una cosa che può fare la differenza nella carriera di un pilota, nel modo in cui viene percepito all’esterno”.

In merito all’inserimento del format Sprint Race nella nuova stagione di MotoGP:

“E’ una mossa giusta. In fondo stiamo parlando di un tentativo di modernizzare il nostro sport. Non possiamo nasconderci: c’è un cambiamento generazionale in corso cui dobbiamo fare fronte con una mutazione del prodotto…abbiamo il dovere di provare a coinvolgere un pubblico più giovane. Per farlo, dobbiamo rendere più spettacolare il Motomondiale”.

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