Una storia di successo e sofferenza: Aliou Cisse, oltre una tragica perdita

La storia di Aliou Cisse, l'allenatore del Senegal che ha dovuto affrontare una tragica perdita di gruppo quando era un giocatore

SportFair

I Mondiali di calcio del Qatar 2022 stanno regalando spettacolo tra clamorose sorprese ed eliminazioni importanti. Il Senegal è in festa: la squadra ha staccato il pass per la fase ad eliminazione diretta della rassegna iridata per la seconda volta nella sua storia e domenica sfiderà l’Inghilterra negi ottavi di finale.

Uno splendido successo dovuto anche alla splendida gestione della squadra dell’allenatore Aliou Cisse.

La storia di Cisse

Nel 2002, Cisse è stato il capitano della squadra che ha battuto la Francia nel cammino verso i quarti di finale, mesi dopo aver sbagliato il tiro dal dischetto decisivo nella finale della Coppa d’Africa persa ai rigori contro il Camerun. Ora in panchina a 46 anni, è l’ allenatore di maggior successo nella storia della Nazionale senegalese.

Non tutti però conoscono la sua storia: quando aveva 26 anni e aveva appena firmato per il Birmingham subito dopo le sue imprese in Coppa del Mondo, ha vissuto una tragedia, per la quale ha perso ben 11 membri della famiglia.

aliou cisse
Foto di Noushad Thekkayil / Ansa

Il 26 settembre 2002, il traghetto MV Le Joola stava viaggiando da Ziguinchor, nel sud del Senegal, alla capitale Dakar. La nave di proprietà del governo era autorizzata a trasportare 580 passeggeri, ma ne salirono più di 1.900. Dopo aver incontrato forti venti e mare agitato, MV Le Joola si capovolse e affondò. Solo 64 persone sono sopravvissute mentre 1.863 hanno perso la vita.

Qualche giorno dopo il centrocampista ha ricevuto una telefonata che lo informava che i membri della sua famiglia erano a bordo dell’imbarcazione e che 11 di loro erano deceduti: sua sorella, zie, zii, nipoti e cugini.

Le parole di Cisse

L’attesa è stata la parte più difficile. Cercando di trovare qualcuno dall’altra parte che avesse le informazioni giuste. A un certo punto, la gente diceva che non era vero. Dicevano che la barca era arrivata. In quei momenti, riprendi fiato solo per sentirti dire 30 minuti dopo, ‘No, no, no, non è vero, la barca non è ancora arrivata’“, ha raccontato Cisse, che dopo la tragedia ha continuato ad allenarsi, giocando tutti i 90 minuti della sfida in casa del West Ham.

Cisse ha tenuto per sè la tragica notizia e nonostante il club, una volta venuto a conoscenza dell’accaduto, si sia messo a disposizione proponendogli un congedo, lui ha continuano ad allenarsi e giocare.

Cisse è poi tornato a casa per un paio di settimane per stare con la sua famiglia e giocare in una partita di beneficenza organizzata dopo il disastro. Al suo ritorno, i fan dei Blues hanno sventolato una bandiera senegalese e raccolto fondi per i sopravvissuti e le famiglie delle vittime mentre veniva avviata un’inchiesta ufficiale in patria.

Adesso è alla guida del Senegal ed è un grande esempio per i suoi giocatori. Un uomo dalla forte leadership e dai grandi valori.

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