Morto Antonio Inoki, mito del wrestling: fu compagno dell’Uomo Tigre e affrontó Muhammad Ali

Addio ad Antonio Inoki: morto a 79 anni l'ex star del Wrestling

SportFair

Wrestling a lutto: è arrivata nella notte la notizia della morte, a 79 anni, della star giapponese Antonio Inoki. Pioniere delle arti marziali miste in Giappone, Antonio, il cui vero nome era Kanji, è stato anche un politico.

Secondo alcune indiscrezioni sembra che Inoki sia morto di insufficienza cardiaca dopo aver combattuto per anni contro una malattia cardiaca. A confermare la morte dell’ex wrestler è stata la compagna: “la New Japan Pro-Wrestling è profondamente addolorata per la scomparsa del nostro fondatore, Antonio Inoki. I suoi successi, sia nel wrestling professionistico che nella comunità globale, non hanno eguali e non saranno mai dimenticati“.

Nato a Yokohama, Inoki perse il padre a 5 anni e si trasferì in Brasile all’età di 14 anni insieme alla madre, i fratelli ed il nonno. Fu lì che si dedico a diverse attività sportive, tra cui il karete. Inoki, appassionato di lotta sin da piccolino, incontrò uno dei suoi idoli, seguiti in tv, Rikidōzan, che presto divenne suo maestro. Nel 1960 fece il suo debutto, col nome di Antonio, scelto in omaggio del wrestler italo-argentino Antonino Rocca.

Inoki è diventato uno dei più grandi nomi del circuito di wrestling professionistico giapponese negli anni ’60. E ha raggiunto la fama nel 1976 per aver affrontato il campione del mondo dei pesi massimi Ali in un incontro wrestler contro pugile a Tokyo – annunciato come “l’incontro del secolo“. Inoki è entrato anche nel mondo della politica, vincendo un seggio nella camera alta del parlamento giapponese nel 1989. Ha fatto notizia l’anno successivo andando in Iraq durante la Guerra del Golfo e intervenendo a favore degli ostaggi giapponesi, che sono stati rilasciati. Inoki ha perso il seggio nel 1995 e si è ritirato come wrestler nel 1998, ma è stato rieletto alla camera alta nel 2013 come membro di un altro partito di opposizione.

Avendo costruito un forte legame personale con la Corea del Nord nel corso degli anni, Inoki si è recato lì dozzine di volte per aiutare a risolvere la questione dei rapimenti di cittadini giapponesi da parte di Pyongyang durante la Guerra Fredda, prima di concludere la sua carriera politica nel 2019. Il lottatore ha affermato di voler “contribuire alla pace nel mondo attraverso lo sport” e ha organizzato festival di arti marziali e di wrestling in Corea del Nord, incontrando spesso funzionari di alto rango durante le sue visite.

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