Andrea Dallavalle è diventato grande, stasera lo si può dire a tutti gli effetti: dopo le promettenti medaglie giovanili, il suo percorso di maturazione passa dal quarto posto di Eugene (con pizzico di rimpianto) e trova concretezza in questo fantastico argento d’Europa, a dieci anni dall’oro di Fabrizio Donato a Helsinki 2012, fin qui l’unica medaglia azzurra nella storia del triplo agli Europei.
Il piacentino delle Fiamme Gialle, 23 anni ancora da compiere (il 31 ottobre), seguito in tribuna dal suo coach Ennio Buttò, si complica tremendamente la vita ma riesce a sistemare le cose al terzo salto, dopo due nulli da batticuore, a un passo dall’eliminazione. Il 16,81 del terzo hop-step-jump gli garantisce già l’ipotesi di un posto sul podio e la possibilità di provarci per altre tre volte. La quarta è lunga, molto lunga, ma altrettanto netto è il nullo. La quinta è quella decisiva: indovina il 17,04 con una pedana ottima (regalati soltanto 4,2 cm) e scavalca il francese Jean-Marc Pontvianne che momentaneamente gli aveva sfilato il secondo posto (16,94/-0.5).
L’ultimo brivido è il salto finale del transalpino, l’unico che poteva farlo scendere di un gradino: ma è nullo, e l’azzurro è d’argento, di corsa ad abbracciare il suo tecnico e il responsabile federale Claudio Mazzaufo, quindi l’amico Tobia Bocchi. Tobia, appunto: il parmense manca il podio di quindici centimetri con 16,79, quarto come lo era stato agli Euroindoor di Torun dello scorso anno. A restare fuori dagli otto ‘finalisti’ è invece Emmanuel Ihemeje che comincia con un nullo e prosegue con 16,55 (-0.8) e 16,30 (-0.8) dopo aver saltato 17,20 nella qualificazione di lunedì. Per quattro centimetri è sbarrata la porta dei tre salti di finale, per il bergamasco che studia negli Usa e che è stato quinto ai Mondiali nella ‘sua’ Eugene: “speravo semplicemente di fare il mio salto, quello che faccio sempre da inizio stagione – le sue parole – di questa finale dovrò far tesoro nei prossimi anni”.
L’avventura continentale di Hassane Fofana si ferma in semifinale: gara discreta per l’ostacolista azzurro che corre in 13.56 (-0.2), quinto nella sua semifinale dei 110hs, nella corsia accanto allo spagnolo bronzo mondiale Asier Martinez (13.25), per un piazzamento che non gli permette di sperare nei tempi di ripescaggio e che lo elimina direttamente. Il bresciano, come racconterà alla fine, è sfavorito da un fastidio a un polpaccio avvertito prima della gara.
Sara Fantini conquista la medaglia di bronzo nel lancio del martello femminile. L’azzurra chiude con il punteggio di 71.58, alle spalle dell’oro Bianca Ghelber per la Romania e l’argento Ewa Rozanska per la Polonia.