Gianmarco Tamberi rischia tantissimo ma vola in finale nel salto in alto: l’azzurro salta 2.28 al terzo tentativo

Tamberi stacca il pass per la finale dei Mondiali di atletica: l'italiano è rientato nei primi 12

SportFair

Gianmarco Tamberi vola in finale al Mondiale di Eugene, la qualificazione è arrivata con qualche brivido. Il 30enne è riuscito a superare lo scoglio della qualificazione nel salto in alto. La condizione dell’atleta azzurro non è ancora delle migliori: doppio errore a 2,25, doppio errore anche 2,28, poi il salto vincente per la qualificazione. Nella notte tra lunedì e martedì è in programma la finale, ma l’azzurro dovrà cambiare passo per sperare in un risultato importante. In grande forma l’altro campione olimpico, il qatariota Mutaz Essa Barshim e il coreano Woo Sang-hyeok. Niente da fare per l’altro italiano in gara, Marco Fassinotti.

Film della gara da gustare fotogramma per fotogramma. Tamberi è nel gruppo B di qualificazione, e apre senza difficoltà con un salto a 2,17. Quattro centimetri più su, a 2,21, il marchigiano è fortunato: l’asticella, sfiorata, trema ma resta ben salda sui ritti. Marco Fassinotti avanza con qualche difficoltà: due prove per valicare sia 2,17 sia 2,21 e restare in corsa. A 2,25 arrivano i primi problemi per Tamberi: il salto buono arriva solo al terzo tentativo, con l’asticella che, toccata ancora una volta, trema a lunga senza cadere. Non basta per la qualificazione, però: la classifica parziale vede il campione olimpico oltre la soglia dei 12 classificati, in sedicesima posizione; davanti a lui, quindicesimo, anche Fassinotti, bravo a valicare l’asticella alla seconda prova. Si sale di tre centimetri, a quota 2,28, con diciotto atleti ancora in corsa. Fassinotti commette tre errori e chiude (comunque a testa alta) il suo Mondiale. Tamberi spende due salti e si presenta in pedana per il giudizio definitivo. L’attesa è lunghissima. Lo sguardo fisso sull’asticella, e nessun richiamo al pubblico, nessuna ricerca di consenso, di applausi. Gimbo è solo. Lo speaker annuncia “the last attempt for the Olympic champion”, tutti gli avversari si alzano o si girano per guardare. E l’artista dell’alto, sotto gli occhi dell’intero stadio, pennella la sua tela, volando sopra l’asticellla. Tamberi resta sui sacconi, spossato fisicamente ma – da quel che si intuisce – anche a livello nervoso dalla doppia prova (2,25 e 2,28) al terzo tentativo. La classifica (per quel che conta) pone l’azzurro all’undicesimo posto. I migliori? Ci sono tutti. Il coreano Woo, il qatariota Barshim (Il co-detentore del titolo olimpico con Tamberi), il canadese Lovett. Per le medaglie sarà battaglia.

“E’ stata una faticaccia. La pace con Fassinotti? Mi sembrava il minimo, qui sono il capitano della nazionale e conta pure lo spirito di squadra. La gara di oggi? Sapevo che qui avrei dovuto lottare con i denti, sapete tutto quello che ho passato quest’anno, ma ho voluto esserci. Oggi ho fatto il meglio che potevo, e adesso spero di tirare fuori qualcosa di buono in finale. Con mio padre siamo venuti qui insieme e affrontiamo il Mondiale come le altre gare, è inutile parlare di ciò che è accaduto prima e di cosa non funzionava. La finale sarà una battaglia, bisognerà tirare fuori gli attributi, ma ora ho bisogno di riposo”, ha detto Tamberi.

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