Gli organizzatori di Wimbledon hanno comunicato due giorni fa la loro decisione di escludere gli atleti russi e bielorussi dall’edizione 2022 dello Slam. Una decisione che ha scatenato diverse reazioni, tra cui anche quella di Rublev, tennista russo: “prima di tutto, non mi intendo di politica. Non so niente, non leggo le notizie e non seguo in generale, perché lavoro duro per essere un tennista e questo è il mio lavoro. Non sono istruito. Proverò a spiegare come mi sento. Mi scuso per il mio inglese e per il fatto che non conosco le parole più intelligenti e colte per descrivere questa situazione così seria. Tenterò di parlare con parole semplici. Ieri alcuni giocatori e io abbiamo avuto una call con Wimbledon, solo per parlare della situazione e cercare di trovare una soluzione. Ad essere onesti, le ragioni che hanno addotto per l’esclusione non hanno senso e non c’è una logica in quello che hanno proposto. Avrei potuto capire se escludere i giocatori russi e bielorussi avesse un qualche impatto, ma non servirà a niente e non cambierà niente. Quello che stanno facendo è una discriminazione nei nostri confronti“, ha affermato il tennista impegnato nel Serbia Open.
“Quello che abbiamo proposto a Wimbledon – spero che sia una proposta sensata e spero che ci riflettano su – è di lasciarci almeno la possibilità di scegliere se giocare o meno. Se ci fosse una dichiarazione da firmare che ci costringesse a donare tutto il montepremi agli aiuti umanitari, alle famiglie e ai bambi che soffrono, la firmeremmo. Penso che una mossa del genere almeno servirebbe davvero a qualcosa e mostrerebbe che il governo britannico è davvero dalla parte della pace e vuole dare una mano. A seconda dei risultati dei giocatori e delle giocatrici potrebbe anche venir fuori una cifra intorno al milione di sterline e penso sia una cifra enorme, che in due mesi nessun altro sport ha donato. Il tennis sarebbe il primo e unico sport a fare una donazione del genere e lo farebbe attraverso Wimbledon. In questo modo loro si prenderebbero tutta la gloria e il rispetto di tutti. Alla fine ciò che vogliamo è poter competere; non siamo qui per parlare di politica, anche perché non ne so niente. Sono russo, sono nato in Russia, vivo tutta la mia vita in Russia e proprio per questo vorrei far vedere che siamo brave persone. Spero che questo abbia chiarito tutto”, ha concluso Rublev.