La guerra tra Ucraina e Russia continua a portare conseguenze anche al mondo dello sport. L’ultima storia è stata quella di Vasyl Lomachenko, l’ex campione del mondo dei pesi leggeri di pugilato ha accettato la chiamata dell’Ucraina ed è tornato nel suo paese d’origine per unirsi all’unità di difesa territoriale locale della regione di Odessa per schierarsi al fianco dei civili contro l’invasione della Russia. Lo sportivo ha portato in salvo la sua famiglia in Grecia, poi ha iniziato la sua missione.
Si è armato di fucile per difendere la sua patria. Il 34enne è stato fotografato con un’arma, l’immagine è stata pubblicata sul profili social con una frase che lascia pochi dubbi: “il Battaglione Bilgorod-Dnistrovsky della Difesa Territoriale è formato e armato”. Solo due giorni fa aveva pubblicato un messaggio di pace su Instagram chiedendo “la pace nel mondo intero”.
Lomachenko è solo l’ultimo di una serie di pugili che hanno preso le armi dopo l’attacco della Russia, tra questi anche la leggenda dei pesi massimi Vitali Klitschko. Anche il fratello minore del 50enne, Wladimir, si è iscritto come riserva per le forze territoriali per difendere la città di Kiev. In una clip condivisa sui social media, Wladimir dichiara: “chiedo a tutti i partner internazionali di osservare questa strategia che sta accadendo oggi in Ucraina e questa guerra insensata che non avrà vincitori, ma perdenti. Voglio solo dirvi che dobbiamo rimanere uniti contro questa aggressione russa. Non lasciare che accada in Ucraina, non lasciare che accada in Europa e alla fine nel mondo. Uniti siamo forti. Sostieni l’Ucraina. Grazie.”
Il campione dei pesi massimi Oleksandr Usyk ha anche inviato un messaggio sia al popolo russo che al presidente Putin. “Mi piacerebbe parlare al popolo russo”, ha detto Usyk. “Se ci consideriamo fratelli, ortodossi. Non permettete ai vostri figli di partire per il nostro paese, non combattete con noi. Mi rivolgo anche al presidente Vladimir Putin. Potete fermare questa guerra. Per favore, siediti e negozia con noi senza reclami. I nostri figli, mogli, nonne si nascondono negli scantinati… Siamo qui nel nostro paese, non possiamo fare altrimenti – stiamo difendendo … Smettila! Fermate questa guerra”.