Un terzo turno davvero sorprendente, un’eliminazione inattesa che rende ancora più imprevedibili gli US Open 2021. Stefanos Tsitsipas esce di scena nella prima settimana dell’ultimo Slam della stagione, battuto da quella che molti considerano la nuova stella del tennis internazionale: Carlos Alcaraz. Il 18enne spagnolo non lascia scampo al greco e lo elimina in cinque set con il punteggio di 6-3, 4-6, 7-6, 0-6, 7-6, diventando non solo il più giovane giocatore a raggiungere il quarto turno di uno Slam dal 1992, ma anche il più precoce tennista a battere un top-3 del seeding dal Roland Garros 1989, quando Michael Chang a 17 anni sconfisse il n° 1 Ivan Lendl e il n° 3 Stefan Edberg.
Paragone con Nadal
La vittoria di Carlos Alcaraz sorprende però fino a un certo punto, considerando che lo spagnolo ha vinto 24 delle ultime 28 partite giocate a qualsiasi livello. Nella top-400 del ranking ATP nessuno è più giovane di Alcaraz, nato il 5 maggio 2003, per questo motivo il suo exploit agli US Open contro Tsitsipas appare ancora più clamoroso. Essendo spagnolo, i paragoni con l’idolo Nadal si sprecano ma sono molte le differenze tra i due, in primis la mano con cui impugnano la racchetta: sinistra per Rafa e destra per Carlos. La tenacia e la grinta in campo però sono simili, come confermato dallo scontro diretto andato in scena a Madrid proprio quest’anno, dove il mancino di Manacor non ha lasciato scampo al connazionale imponendosi per 6-1 6-2. Al momento il divario è ancora grande, ma con il passare del tempo andrà lentamente ad assottigliarsi considerando le doti di Alcaraz, divenuto il primo tennista dopo Goran Ivanisevic nel 1989 a raggiungere il secondo turno in tutti gli Slam al debutto.
Ferrero il coach
L’allenatore di Carlos Alcaraz è una vecchia conoscenza del circuito ATP, ossia quel Juan Carlos Ferrero riuscito ad arrampicarsi in carriera fino al numero 1 del ranking. Un rapporto simbiotico quello tra il coach spagnolo e Alcaraz, come confermato dalle parole dello stesso Ferrero: “il nostro percorso è simile. Ho scalato velocemente la classifica e disputato presto i grandi tornei. Lui riesce a gestire bene la pressione, è molto più maturo degli altri ragazzi di 18 anni. Ma è ancora giovanissimo e deve migliorare in molte cose: ha bisogno di acquisire più esperienza. Ha messo su due o tre chili di muscoli, in modo da non arrivare senza benzina nelle fasi decisive dei match. I risultati stanno arrivando velocemente, ma sta gestendo tutto alla grande. E in campo ci divertiamo molto“. La prima vittoria è arrivata a Umago nel luglio scorso, adesso l’obiettivo è andare più avanti possibile agli US Open e scalare la classifica ATP che già lo vede al numero 55. Alcaraz da lunedì prossimo però è già sicuro di essere nella top-50, un risultato che potrebbe migliorare conquistando magari i quarti di finale: basterà battere agli ottavi il tedesco Peter Gojowczyk, numero 141 al mondo e ostacolo non insormontabile, per scrivere un altro pezzettino di storia in una carriera che appare già lunga e luminosa.