Sono giorni intensi per Valentino Rossi, protagonista di due annunci shock nel giro di poche settimane. Prima il Dottore ha rivelato la sua volontà di ritirarsi al termine dell’attuale Mondiale di MotoGP, dopodiché ha reso nota sui social la sua imminente paternità, pubblicando un ironico post insieme alla Francy e al suo pancione. Il futuro al momento è tutt’altro che definito per il pesarese, ma ciò che è certo è che non farà il papà a tempo pieno ma proseguirà la sua carriera nelle auto, come aveva pensato di fare tempo fa subito dopo il provino sulla Ferrari.
Tentazione rossa
Intervenuto a ‘Il venerdì’ de ‘la Repubblica’, Valentino Rossi ha ricordato il periodo in cui è stato tentato di fare il salto in Formula 1: “feci il primo test con la Ferrari di Schumacher a Fiorano nel 2004: per scherzo, diciamo. In realtà io nasco come pilota di macchine, da bimbo mio papà Graziano mi faceva correre con i kart perché le moto erano pericolose. Anche lì cercavo la velocità. E così quando ho provato l’ho fatto serio e sono andato bene. Quelli della Ferrari erano a bocca aperta. Altri 5-6 test e alla fine del 2006 c’è stata questa grande possibilità. Un sogno. Però non sarei subito diventato un pilota della Rossa: avrei dovuto prima fare la gavetta, guidando negli junior team della F1. Poi sarebbe dipeso dai risultati. Ci ho pensato su: non ero ancora pronto a smettere con le moto. Ma non ho rimpianti: anche perché poi sono arrivate le vittorie mondiali del 2008 e 2009, la gara di Laguna Seca con Stoner, il sorpasso a Lorenzo a Barcellona, un grandissimo 2015, due volte vice-campione del mondo nel 2014 e nel 2016. Niente male. Da quel 2006 ho fatto come un’altra carriera tutta intera“.
La morte del Sic
Nel corso della lunga intervista, Valentino Rossi ha poi parlato del momento più buio della sua carriera, ovvero la morte di Marco Simoncelli: “è stato il momento più buio della mia vita, in pista e fuori, e non posso paragonarlo a null’altro, è una cosa che mi ha cambiato per sempre. Niente è stato più come prima, da quel giorno” ha detto a Il venerdì de la Repubblica. “Dal punto di vista sportivo di momenti difficili ne ho avuti vari: le due stagioni con la Ducati senza riuscire a vincere, poi nel 2006 quando ho perso il Mondiale cadendo all’ultima corsa. Ma quello più duro fu nel 2015: meritavo il titolo, e sarebbe stato il decimo. Pazienza, alla fine non mi posso certo lamentare”.