A 13 anni pesava 94 chili e non pensava assolutamente allo sport. Gli piaceva mangiare. E tanto. Uno scoglio quasi insormontabile a quell’età. Luigi Busà è riuscito però a farsi strada e a superare gli ostacoli, arrivando a diventare campione olimpico nel karate kumite -75 kg all’esordio per questo sport alle Olimpiadi. Un successo partito da lontano, una favola bellissima e a lieto fine per il ‘Gorilla’ di Avola, soprannominato così dai suoi amici per la sua stazza e per le sue straordinarie capacità. A 33 anni è una leggenda del karate, considerando i suoi 2 titoli mondiali e 5 europei conquistati nel corso della sua carriera, cominciata quasi per gioco e proseguita in un modo che nessuno si sarebbe mai aspettato.
La storia
A raccontare la propria storia ci ha pensato proprio Luigi Busà prima di partire per Tokyo, rivelando di aver dovuto fare i conti con il proprio peso prima di iniziare la sua carriera: “è cominciato tutto come un gioco, all’inizio ero un ragazzo obeso, chi poteva pensare alle Olimpiadi? Ero molto ciccione, mi piaceva mangiare, a 13 anni pesavo 94 chili, ed ero più basso di adesso. Solo mio padre vedeva in me qualcosa di speciale, lui è stato atleta, vedeva comunque che da piccolo vincevo campionati cadetti e qualcosa di serio potevo diventare. Il problema è che a 16 anni combattevo nei pesi massimi, e mi fecero capire che a livello internazionale non sarebbe stata una buona scelta: colpi e impatti troppo duri”. le sue parole al Corriere dell’Umbria prima dei Giochi. “Dovevo dimagrire, scendere nei medi a 75 chili. Ho fatto la dieta, e da quella categoria non mi sono più mosso. Dal gioco sono passato al lavoro, nel centro sportivo dei Carabinieri: sono appuntato“.
L’oro olimpico
La ciliegina sulla torta della carriera di Luigi Busà è arrivata proprio alle Olimpiadi di Tokyo, sul tatami del Nippon Budokan che ha sancito l’esordio del karate ai Giochi. “Se riuscirò ad esprimere il mio karate, divertendomi, non ce ne sarà per nessuno” aveva detto alla vigilia: detto e fatto per questo straordinario atleta che ha regalato il nono oro all’Italia a Tokyo, nonché la storica 37ª medaglia che vale il record assoluto. Un successo arrivato contro il rivale di sempre, l’azero Aghayev, con cui aveva anche sostenuto un allenamento in comune su Instagram durante il lockdown. Un’amicizia messa da parte alle Olimpiadi per prendersi un oro olimpico che lancia Luigi Busà nella leggenda non del karate, bensì dell’intero sport italiano.