Parte con un settimo posto l’Olimpiade dei tuffi azzurri. Un misto di amarezza e recriminazione per il sincro tre metri femminile. Le vicecampionesse europee in carica aspiravano a una medaglia sulla scia dell’argento conquistato da Tania Cagnotto e Francesca Dallapè a Rio de Janeiro cinque anni fa.
La lotta per il bronzo era aperta ed Elena Bertocchi e Chiara Pellacani, alla loro prima Olimpiade, sono giunte all’ultimo tuffo ancora in corsa: serviva un doppio e mezzo ritornato da 63.4 punti per superare le tedesche Lena Hentschel e Tina Puntzel. Invece è arrivato l’errore che ha frantumato le aspirazioni da medaglia e indotto lacrime e rimorsi. Le azzurre si fermano al settimo posto (267.48) dopo aver condotto una gara sempre in zona podio e addirittura al secondo posto dopo il terzo tuffo, il doppio avanti con un avvitamento. Vincono le campionesse mondiali in carica, le cinesi Shi Tingmao e Wang Han che chiudono con 326.40 punti (sedici in meno della gara iridata di due anni fa) a testimonianza del giudizio basso emesso dalla giuria fin troppo severa con tutte le coppie. Salgono finalmente sul podio olimpico le canadesi vice campionesse mondiali da due edizioni, Melissa Citrini-Beaulieu e Jennifer Abel, con 300.78. Completa il trio la Germania, nove centesimi avanti alle azzurre già a Budapest, che con un finale triplo e mezzo discreto segna 284.97.
Scoppia in un pianto lungo e malinconico Elena Bertocchi, la ventiseienne milanese campionessa europea in carica da un metro e otto anni più grande della compagna consapevole dell’occasione persa: “Anche se non sembra siamo contente del percorso fatto finora. Gli allenamenti svolti sono andati molto bene e ci aspettavamo di stare più avanti. Era la nostra prima esperienza olimpica e questo ci riempie comunque di orgoglio“, chiosa emozionata l’atleta seguita dal cittì Oscar Bertone e del tecnico federale Dario Scola che espolse tre anni fa insieme a Chiara vincendo l’oro continentale a Glasgow 2018. Aspettative confermate anche per la romana classe 2002, Chiara Pellacani, apparentemente più “garista” della compagna che certifica il percorso importante intrapreso dal sincro almeno a livello continentale: “Il viaggio sin qui è stato ottimo e il podio sarebbe stato la ciliegina sulla torta – ripete la romana allenata dal tecnico federale Domenico Rinaldi, cinque volte sul podio ai recenti europei di Budapest, record per un’italiana in una sola edizione – Purtroppo non è andata come speravamo; non siamo riuscite neanche a entrare tra le prime sei, che ci avrebbe consentito di disputare le World Series insieme alle migliori coppie del mondo. Alla fine è salita l’emozione, ma ci sta in queste competizioni. Con un po’ più di esperienza avremmo potuto gestirla meglio“.