Per nove anni è stato l’allenatore di Federica Pellegrini, da qualche ora ormai Matteo Giunta è diventato ufficialmente il fidanzato della Divina. E’ stata proprio lei a ufficializzare la storia d’amore, senza più nascondersi per vivere questa love story alla luce del sole senza imbarazzi e pettegolezzi. Parole che hanno messo sotto i riflettori proprio Matteo Giunta, non abituato a stare al centro dell’attenzione: “mi ha detto: ‘guarda, forse ti ho messo un po’ in difficoltà’. E io: ‘ma in che senso? Vabbè, si ride’. Non me la sento però di parlare di cose private che non sono legate allo sport, alla performance e alla nazionale. Qui voglio aiutare i ragazzi che seguo ad andare bene alle Olimpiadi. Per fare sì che siano nelle condizioni di poter fare bene. Tutto il resto da parte mia non ha senso e sarebbe scorretto parlarne“.
Gli inizi difficili
Nove anni lunghi, pieni di gioie e di difficoltà, che hanno reso Matteo Giunta l’allenatore di Federica Pellegrini più longevo: “non c’è stato subito feeling tra di noi, nel 2012 quando ci siamo conosciuti era ancora molto diffidente: è servito del tempo affinché mi conoscesse, poi ha capito che sono una persona a cui piacciono le sfide. Federica con tutto quello che è riuscita a fare in questi nove anni di collaborazione, mi ha ripagato con tutti i risultati che ha fatto e con tutte le emozioni che mi ha regalato non ultime queste a Tokyo. Forse la finale è stata la prima gara in cui non avevo neanche il cronometro in mano. L’ho vissuta come se fossi uno spettatore. È stata difficile“.
Il futuro
Riguardo il futuro di Federica Pellegrini, questa l’ammissione di Matteo Giunta: “adesso Fede se la deve godere, come a Napoli a fine agosto. Deve staccare la spina, deve fare le cose che ha voglia di fare in questo momento. Ci deve essere un momento in cui deve capire cosa vuole fare, e prendersi anche del tempo“ le parole di Matteo Giunta alla Gazzetta dello Sport. “Lei da quando ha 14 anni non si è mai presa del tempo. Dopo 20 anni fatti così secondo me deve proprio trovare del tempo per se stessa e fare quello che le piace. Se penso alle storie di questi giorni della Biles, della Osaka, dei nuotatori che cadono in depressione come Phelps: lo sport crea troppe pressioni. Il problema è lo switch, quando vinci diventa tutto più complicato. E lei ha vinto tanto in questi anni“.