Lo short track italiano trema dopo le parole di Arianna Fontana, intervenuta sui social per far luce su un pessimo comportamento tenuto da due allenatori della Nazionale Italiana.
Parole durissime quelle della portabandiera azzurra alle Olimpiadi di PyeongChang 2018, che gettano ombre su un movimento che avrebbe fatto volentieri a meno di questa situazione a un anno dai Giochi Invernali di Pechino 2022. In un lungo post pubblicato su Instagram, Arianna Fontana ha puntato il dito contro Matthieu Ludovic e Assen Pandov, due coach dell’Italia di short track, colpevoli di averla messa in cattive luce agli occhi delle altre ragazze della Nazionale di short track.
Le parole di Arianna Fontana
Questo lo sfogo social dell’atleta italiana: “sono successe tante cose ed è il momento di farla finita. Sono tornata nel 2019 dopo un anno di pausa e poco prima di partire per la Coppa del Mondo mi sono infortunata. Ho fatto tutto il possibile per essere pronta per la prima gara di stagione, ma la mia caviglia era ancora debole. Dopo il primo allenamento negli USA, ho deciso che se fossi caduta o avessi commesso un errore, sarebbe stato meglio farlo nelle mie gare individuali. Così ho parlato con gli altri due allenatori della nazionale, Matthieu Ludovic e Assen Pandov, dicendo loro che avrei preferito saltare le staffette a Salt Lake City ed è arrivato l’ok, rimanendo d’accordo che avrei pattinato le staffette il week-end successivo a Montreal. Ho anche comunicato loro che volevo essere io a dirlo alle altre ragazze e spiegare perché non me la sentivo di fare la staffetta“.
L’accusa
Questo il passaggio cruciale del post di Arianna Fontana: “hanno concordato con me che fosse giusto che lo dicessi io alle altre ragazze, ma in realtà mi hanno tolto la possibilità di spiegare loro le motivazioni; questi due allenatori hanno detto alle ragazze che non volevo pattinare con loro, travisando completamente quello che avevo espresso. Potrebbe non sembrare molto, ma ha ferito le ragazze e il nostro rapporto. Sta succedendo di nuovo e questa volta non perderò l’occasione di comunicare direttamente con le ragazze italiane. Scrivo questo post perché non ho il numero di tutte, in particolare le giovani appena entrate in squadra, dando la mia disponibilità completa e, se non fosse possibile allenarsi assieme in Italia, invito tutte a venire a Budapest per 5-7 giorni, prendendomi carico delle spese per poter lavorare sulla staffetta. Abbiamo una stagione importante davanti. Se volete sentire la verità, chiamatemi. Nessuno può rappresentarmi meglio di me stessa“.