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La corsa contro il tempo di Paltrinieri, il medico conferma: “più i ritmi sono alti e più la mononucleosi peggiora”

Il medico della Federazione di nuoto italiana ha parlato delle condizioni di Gregorio Paltrinieri, costretto a fare i conti con una fastidiosa mononucleosi

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La Federnuoto italiana è in ansia per le condizioni di Gregorio Paltrinieri, costretto a fare i conti con una fastidiosa mononucleosi che sta condizionando l’avvicinamento del campione azzurro alle Olimpiadi di Tokyo.

Foto di Tibor Illyes / Ansa

Stanchezza e incapacità di tenere ritmi intensi in allenamento sono gli avversari più duri per Super Greg in questo momento, che sta provando a tenere duro fino alla fine della malattia. Sulle sue condizioni si è soffermato Lorenzo Marugo, medico federale della Federnuoto, che ha parlato delle condizioni di Paltrinieri: “se stessimo parlando di una persona comune, allora questa malattia sarebbe seguita da un medico di base. Ma visto che si tratta di Gregorio Paltrinieri, ci stiamo muovendo con i virologi, con l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, con tutti gli specialisti”.

Peggioramento ad alti ritmi

Foto di Patrick B. Kraemer/ Ansa

Il medico della Federazione ha spiegato i sintomi della malattia, soprattutto in riferimento ad un atleta come Paltrinieri: “Gregorio mi ha chiamato, dicendo che provava un vago senso di stanchezza e che faticava a recuperare. Indicazioni che per altre persone non creano preoccupazione, ma che nel caso di un atleta che sta preparando i Giochi richiedono approfondimenti. Così abbiamo cercato la patologia che poteva essere la causa di quella sensazione di scarsa competitività. Nel giro di un giorno è arrivata la notizia della positività alla mononucleosi. Solitamente si guarisce senza particolari terapie, ma agli atleti provoca astenia, incapacità di tenere ritmi di lavoro elevati. Anzi, più elevati sono i ritmi di lavoro, più la malattia peggiora“.

Il recupero

Infine, il dottor Marugo ha indicato i tempi di recupero per Paltrinieri: “ovviamente non potevamo toglierlo dall’acqua. Se tieni un atleta di quel livello fuori dalla vasca per due-tre settimane, ci vogliono due-tre mesi perché recuperi. Così abbiamo abbassato il ritmo del suo lavoro. Ogni giorno nuota quasi gli stessi chilometri rispetto a ciò che era stato pianificato in origine, ma con un’intensità decisamente più bassa. Come medici della Fin lo abbiamo visitato martedì e lo rivedremo martedì 29. L’impressione che ho è che Greg molto probabilmente abbia toccato la fase centrale della malattia e che adesso si stia avviando verso la coda. Il problema è quanto sarà lunga questa coda, perché può durare una settimana ma anche di più. Diciamo che se la situazione rientrerà totalmente entro i primi dieci giorni di luglio, mantenendo questo tipo di allenamento allora il recupero ci potrà essere“.

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