Polemiche e accuse. Addirittura richieste di dimissioni e passi indietro, che hanno scatenato divisioni e spaccature all’interno del calcio italiano.
Lega Serie A e FIGC avevano fatto fronte comune contro Inter, Juventus e Milan dopo la notizia che questi club avrebbero partecipato alla Superlega, una competizione elitaria creata solo per i club europei più prestigiosi, che avrebbero deciso chi invitare per rendere il torneo più appetibile a livello mediatico. Non è passato nemmeno un mese ed ecco che i ruoli si sono ribaltati, con il Consiglio di Lega che ha svestito i panni del buon samaritano, per indossare quelli del diavoletto. Un paradosso tutto all’italiana che coinvolge la Coppa Italia, il cui format è stato cambiato a scapito della Lega Pro, esclusa con una spiegazione che lascia basiti: creare da subito sfide che siano appetibili per le televisioni. Ma come? Non era proprio questo che i paladini del calcio romantico criticavano relativamente alla Superlega? Cosa è cambiato rispetto a un mese fa?
Il format
La nuova conformazione della Coppa Italia lascia davvero di stucco, perché assomiglia molto alla Superlega ed esclude dalla competizione le squadre dalla Lega Pro in giù. A partire dalla prossima stagione, in tabellone ci saranno solo 40 formazioni (20 club di Serie A e 20 di B), come deciso oggi dal Consiglio di Lega. L’inizio è fissato per il 15 agosto, quando giocheranno già 12 club del massimo campionato. Un modo per valorizzare il torneo e creare da subito sfide che siano appetibili per le televisioni, una dimostrazione di come anche il progetto Superlega sarebbe stato vincente se solo fosse stato messo in piedi. I fautori del calcio romantico però adesso sono spariti in Italia, lasciando spazio all’appetibilità per le tv: un paradosso all’italiana che premia chi predica bene ma razzola piuttosto male.
La reazione della Lega Pro
Il nuovo format della Coppa Italia ovviamente non è piaciuto alla Lega Pro che, tramite il presidente Ghirelli ha espresso la propria posizione: “la decisione della Serie A di escludere le squadre di Lega Pro dalla Coppa Italia non solo viola diritti consolidati, ma è espressione di una concezione elitaria del calcio, incapace di avere una visione di sistema. Lunedì è convocato il Consiglio direttivo della Lega Pro, che adotterà ogni iniziativa per tutelare i diritti delle proprie squadre e per salvaguardare una cultura del calcio che sia rispettosa dei valori più autentici dello sport. Innovare è giusto, ma salvando la coesione del sistema calcio“.