E’ un Fabio Fognini infuriato quello che si presenta in conferenza stampa dopo la squalifica subita nell’ATP di Barcellona, decisa dal supervisor per gli insulti rivolti dal ligure al giudice di linea.
Una sanzione pesantissima che il giocatore italiano non ha per nulla digerito, come ammesso davanti ai giornalisti: “sono davvero sorpreso da quello che mi è successo oggi. Tutti sanno il mio temperamento in campo, ho fatto tante cose nel corso della mia carriera, ho detto tante cose. Tuttavia, oggi stavo perdendo 6-0, 3-0 e non avevo detto quasi nulla, in maniera quasi sorprendente. Sono sbalordito da quello che è stato deciso dall’ATP, dal giudice di sedia e dal supervisor. Ciò che mi hanno fatto oggi è inesplicabile e posso garantire che andrò in fondo alla faccenda. Oggi ho pagato per qualcosa che non ho fatto. Un sacco di gente mi ha fermato negli spogliatoi per chiedere cosa abbia effettivamente detto. Non voglio dire nulla che possa ritorcersi contro di me. Stavo cercando di combattere in campo e mi hanno tolto la possibilità di farlo. Avevo voglia di continuare a lottare contro un avversario che mi stava prendendo a pallate. Ero sotto 6-0, 3-0, soffrivo come un cane. Sicuramente non finisce qui, io vado avanti per la mia strada, mi sono visto togliere qualcosa che oggi non meritavo, ho fatto di peggio nella mia carriera e non sono mai stato squalificato. Ma più che altro è stato tutto gestito in maniera pessima, non mi è stata data la possibilità di continuare a lottare“.
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“Me l’hanno fatta pagare”
Fabio Fognini poi ha proseguito nella sua analisi, accusando gli organizzatori di avergliela voluta far pagare: “non ho insultato nessuno, certamente quando sono incazzato, come oggi, le parolacce volano, come volano a tanti altri. Ma oggi evidentemente me l’hanno voluta far pagare. Potevano darmi un penalty point, come mi è capitato tante altre volte, ma mi hanno tolto la possibilità di giocare. Non sono qui a discutere se faccio fallo di piede o meno. Lo faccio? Sì. Dovrei partire più indietro? Sì, dovrei partire più indietro. Oggi sono molto tranquillo, ma soprattutto dispiaciuto, perché mi stavano uccidendo in campo, lui giocava molto meglio di me, per cui potevo anche perdere 6-0, 6-0, lui non mi stava dando un punto. Poi con l’esperienza, soffrendo e lottando, ero riuscito a girare la partita, che stava venendo dalla mia parte, ma mi hanno levato la possibilità di continuare a lottare”.