L’arte e il disegno come passioni da coltivare, una laurea in giurisprudenza appesa al muro e un amore sconfinato per la pallanuoto.
Carattere poliedrico ma idee molto chiare per Alessandro Velotto, atleta della Pro Recco e del Settebello, con cui nel 2016 è riuscito a togliersi la soddisfazione di salire sul podio olimpico, conquistando un bronzo che adesso ha intenzione di ‘impreziosire’. Prima di prendere quell’aereo per Tokyo però c’è uno scudetto da vincere, a cui potrebbe aggiungersi anche la nona Champions League della storia della Pro Recco, a cui Velotto e compagni daranno l’assalto a Belgrado dal 3 al 5 giugno prossimi. Mesi intensi e importanti per l’atleta del Gruppo Sportivo dell’Esercito, che ha svelato ai microfoni di SportFair i suoi obiettivi…
Grazie alla vittoria ottenuta contro il Posillipo, hai ottenuto con la Pro Recco il pass per i play-off scudetto. Quale sarà l’avversario più ostico nella caccia al titolo italiano?
“L avversario più ostico sarà sicuramente il Brescia hanno una buona squadra e sarà una bella lotta per il titolo”
Le Olimpiadi di Tokyo si avvicinano sempre più, con quale obiettivo il Settebello si prepara ai Giochi nipponici? C’è secondo te la possibilità di migliorare il bronzo di Rio 2016?
“Sì, c’è la possibilità di migliorare il bronzo di Rio 2016. Il livello tra le prime 5 squadre è molto alto ed equilibrato, ma ci faremo trovare pronti. L’obiettivo è vincere le Olimpiadi di Tokyo!“.
La pallanuoto non ha la stessa visibilità degli altri sport, perché questa disciplina non riesce a raccogliere un ampio bacino di pubblico?
“È uno sport che sta piano piano riuscendo a conquistare il pubblico.
Andare in diretta televisiva su Sky con i club italiani sta aumentando la nostra visibilità in maniera esponenziale e questo non può che aiutarci nel nostro percorso di crescita“.
Cosa manca alla pallanuoto per fare quel salto di qualità a livello mediatico?
“Sarebbe il massimo continuare così per dare continuità, questo è l’elemento che è mancato affinché la pallanuoto esplodesse a livello mediatico“.
Perché la pallanuoto secondo te non è ancora stata riconosciuta come uno sport professionistico?
“Spetta alla Federazione di appartenenza riconoscere la qualifica di professionista ai pallanuotisti così come ai nuotatori. Il professionismo di fatto in alcune squadre esiste già ma non è riconosciuto legalmente“.
Quali sono i segreti per essere un buon pallanuotista? Cosa ti ha spinto a scegliere questa strada?
“Per essere un buon pallanuotista devi avere una grande dose di umiltà e testardaggine. Andare sempre avanti al massimo con dedizione per raggiungere un buon livello. Mi ha spinto la mia passione e il contatto con l’acqua a scegliere questo sport“.
Di recente ti sei laureato in Giurisprudenza, quanto è stato difficile conciliare l’attività agonistica con lo studio?
“È stato un percorso interessante e lungo che sono riuscito a conciliare con l università online che mi ha permesso di studiare ovunque mi trovassi“.
Nella tesi ti sei occupato del trattamento discriminatorio nei confronti degli atleti ‘non professionisti’, cosa si può fare per migliorare questo tema?
“Gli atleti vengono definiti non professionisti soltanto da una qualificazione delle federazioni di appartenenza. La sola differenza di fatto tra un non professionista e un professionista è questa qui e si rifà ad una legge del 1981, la n 91, che dovrebbe essere quantomeno ampliata“.
Sulla scia della precedente domanda, cosa pensi dello sport femminile e della situazione delle atlete non professioniste che rischiano di essere abbandonate dai loro club in caso di gravidanza?
“Il tema è stato smosso e ultimamente trattato, per cui dovrebbe ricevere dei risvolti positivi e tutelare di più i non professionisti. Il tema rientra nelle poche e scarse tutele dei non professionisti“.
Oltre la pallanuoto, quali sono i tuoi hobbies?
“Mi piace l’arte e il disegno in particolare. Sto approfondendo questi studi“.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Vincere l’oro olimpico“.
Dopo la pallanuoto, che strada ti piacerebbe intraprendere?
“Ho qualcosa in mente ma per adesso vorrei tenerla per me. Volevo solo aggiungere infine che da qualche mese sono entrato nel Gruppo Sportivo dell’Esercito che ringrazio per il supporto costante“.