La gioia di Manchester e il dramma di Istanbul, i ricordi di Shevchenko: “mi svegliavo di notte e urlavo”

Shevchenko ha sfogliato l'album dei ricordi riguardante il suo periodo al Milan, rivelando alcuni curiosi retroscena del suo passato rossonero

SportFair

Tanti aneddoti. Uno più curioso dell’altro. Dai derby contro Materazzi fino alla finale di Manchester vinta contro la Juventus, passando poi per l’incubo di Istanbul del 2005. Ricordi indelebili per Andriy Shevchenko, che li ha rivelati uno per uno nel corso dell’intervista a ‘7’, magazine del Corriere della Sera. Il più bello senza dubbio il rigore di Manchester, quello che nel 2003 ha regalato la Champions al Milan: “ho sempre avuto dubbi, mai paura. Dal cerchio di centrocampo al dischetto mi è venuto in mente di tutto. L’infanzia, Chernobyl, gli amici morti, tutto. Ma sopra ogni cosa mi dicevo di non avere dubbi. Una volta che hai deciso dove tirare, non importa cosa fa Buffon, non importa niente, basta non cambiare idea. Ricordo che mi sono passato la lingua sul labbro, e mi sono reso conto che avevo la bocca completamente secca. Ho fissato l’arbitro, perché il rumore dei tifosi copriva tutto e non avevo sentito il fischio. Lui mi ha fatto un cenno. E allora sono partito. A metà del tiro, con la palla ancora per aria, vedo Buffon che va giù dall’altra parte e capisco prima degli altri che è fatta, che quell’istante rimarrà per sempre“.

L’aneddoto su Inzaghi

Shevchenko e Inzaghi
Foto di Matteo Bazzi / Ansa

In quella finale di Manchester, al suo fianco c’era Pippo Inzaghi. Un atleta ossessionato dal calcio secondo Shevchenko, il quale ha rivelato un curioso aneddoto avvenuto la mattina della finale di Champions poi vinta dal Milan contro la Juventus: “Inzaghi è ossessionato dal calcio. La mattina della finale di Manchester mi sveglio presto e alzo le tapparelle. Eravamo in un albergo che dava su un campo da golf. Mi affaccio e vedo una persona che corre da sola, mima i movimenti di attacco, si gira a vedere se un arbitro invisibile ha fischiato il fuorigioco, si incita, indica una porta immaginaria. Era Pippo”.

I derby contro Materazzi

Materazzi
Foto di Jagadeesh Nv / Ansa

Indimenticabili poi i derby contro l’Inter, così come gli aneddoti accaduti nel tunnel d’ingresso al campo: “nel sottopassaggio di San Siro, prima di un derby di Champions League dove provavo a giocare con cinque placche di acciaio nello zigomo che mi ero fratturato due mesi prima, Materazzi mi disse cose poco carine su quel che sarebbe accaduto in campo alla mia faccia. Io gli risi in faccia. Non per fare lo sbruffone, ma perché sapevo che nella vita lui non era e non è così, è solo che facciamo parte di uno spettacolo, e ognuno ha la sua parte. La sua era quella del cattivo. E poi, la gente che cercava di intimorirmi dimenticava spesso da dove vengo“.

L’incubo di Istanbul 2005

Shevchenko
Foto di Daniel Dal Zennaro / Ansa

Gioie ma anche dolori con la maglia del Milan per Shevchenko, come per esempio la finale di Istanbul persa contro il Liverpool: “nei primi tre mesi dopo quella sconfitta così acida mi svegliavo gridando nella notte e cominciavo a pensarci. Mi capita di pensarci ancora oggi che sono passati sedici anni. Tanti miei compagni non hanno più voluto rivedere quella partita. Io la so a memoria. Il Liverpool? Avevano una sola chance su 100, ci si sono aggrappati con tutte le forze che avevano. Bravi loro“.

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