Il countdown è quasi terminato, la finale dell’America’s Cup tra Team New Zealand e Luna Rossa sta per cominciare, con le due imbarcazioni che si sfideranno a partire dal 10 marzo con la prima regata in programma nella baia di Auckland.
Un confronto apertissimo, del quale è impossibile pronosticare un vincitore, dal momento che il livello dei due AC75 è praticamente uguale, con piccole differenze che andranno a determinare la vittoria di una o dell’altra imbarcazione. “Sarà una battaglia ding-dong“ così l’ha definita Ray Davies, l’allenatore di Team New Zealand che non ha nessuna intenzione di snobbare il proprio avversario. Ma cosa avrà voluto intendere con questa espressione?
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La battaglia ding-dong
Si tratta di una frase utilizzata nello slang inglese, dunque non esiste una parola che definisca il significato di questa espressione. Per intenderci, una ‘battaglia ding-dong‘ rappresenta un testa a testa serrato, in cui gli sfidanti danno vita a un confronto incerto di cui è pressoché impossibile preventivare un vincitore. Il suono della frase rimanda ad una campanella, in cui il ding e il dong si susseguono in modo così repentino da non lasciare il benché minimo spazio tra l’uno e l’altro. Proprio questa è la battaglia a cui si riferiva Ray Davies, con Team New Zealand e Luna Rossa che si affronteranno in un confronto intenso in cui sarà difficile prevedere chi ne uscirà vincitore. Una vera e propria ‘sfida altalenante’, che terrà incollati al televisore gli appassionati di vela, pronti ad assistere a una finale davvero incandescente.
Sfida apertissima
Il prossimo 10 marzo è in programma la prima regata tra Team New Zealand e Luna Rossa, che si affronteranno nella baia di Auckland con l’obiettivo di mettere le mani sull’America’s Cup, trofeo sportivo più antico del mondo. Trionfa chi conquisterà per primo 7 regate, solo a quel punto la Coppa delle 100 Ghinee verrà consegnata, ma in questo momento è davvero impossibile pronosticare quale sarà l’equipaggio che la spunterà tra quelli in gara. Team New Zealand ha cambiato praticamente tutta la propria imbarcazione, lanciando tra un intervento e l’altro anche parecchie frecciatine a Luna Rossa, la quale però non ha mai risposto. La squadra italiana ha continuato a lavorare migliorando il proprio AC75, mettendo a punto la propria strategia per tenere testa al Defender, che dovrà sudare le proverbiali sette camicie per riuscire a tenere l’America’s Cup ancora in Nuova Zelanda fino alla prossima edizione di questa affascinante competizione.