Una serata diversa. Uno show monco, che ha regalato alcuni minuti di spettacolo, senza mai davvero entusiasmare. L’NBA All-Star Game di Atlanta non sarà ricordato certamente per le emozioni e le magie, ma solo per il Covid e per la scelta dei giocatori in campo di ridurre al minimo gli sforzi per riposarsi in vista della ripresa della regular season. Per questo motivo ne è venuta fuori una serata che non ha affatto scaldato né la sparuta presenza di persone alla State Farm Arena di Atlanta, né i telespettatori che si sarebbero aspettati molto di più dai campioni scesi in campo.
Il riposo di LeBron James
Alla vigilia aveva messo le cose in chiaro, sottolineando come non avrebbe sprecato alcuna goccia di sudore aggiuntiva per l‘NBA All Star-Game. LeBron James ha mantenuto federe alla sua promessa, riposandosi letteralmente durante la sua 17ª partecipazione alla partita delle stelle, riducendo sia il rischio di infortuni che gli sforzi in campo. Una scelta che ha condizionato le sue statistiche, mai così basse nella sua carriera trascorsa in NBA. LeBron infatti è rimasto in campo solo 13 minuti, con 4 punti segnati di cui cui con una schiacciata per i fotografi. Per tutto il secondo tempo non si è mosso dalla panchina, ridendo e scherzando con i compagni di squadra che, via via, si alternavano nei cambi.
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Obbligo
L’unico motivo per cui LeBron James si è presentato ad Atlanta ha riguardato gli accordi a cui l’NBA lo obbliga in maniera indiretta, ma la sua serata è stata tutt’altro che indimenticabile. Una sorta di presa in giro nei confronti dell’intera Lega, che si sarebbe aspettata certamente qualcosa in più dall’uomo più rappresentativo. Invece LeBron ha pensato principalmente a se stesso e ai Lakers, evitando di perdere energie per uno show a cui quest’anno non avrebbe voluto partecipare. L’unica nota positiva per il Prescelto è stata quella di aver condiviso il parquet con Steph Curry per la prima volta in carriera, oltre a un ruzzolone dalla panchina per esultare a un canestro di Chris Paul. Un po’ poco per essere LeBron James, dal quale ci si sarebbe aspettati una partecipazione diversa essendo anche il capitano di una delle due squadre.
Team LeBron vs Team Durant
Una partita esibizione piuttosto che una sfida agguerrita, come accade spesso quando si tratta di NBA All-Star Game. Questa volta però si è superato il limite, con l’ammissione da parte dei giocatori di non voler assolutamente forzare. Ne è uscito un match piacevole ma non particolarmente spettacolare, vinto dal Team LeBron James con il punteggio di 170-150 sul Team Durant. Pazzesca la prestazione di Giannis Antetokounmpo, capace di vincere l’MVP del match grazie ai suoi 35 punti con 16 tiri dal campo e 16 canestri, con un inedito 3/3 dalla lunga distanza.
Spettacolo Curry
Speciale inoltre la serata di Steph Curry, vincitore non solo della gara del tiro da tre punti, ma anche protagonista di una prestazione sopra le righe condita da 28 punti con 10/19 al tiro e 8/16 dalla lunga distanza. Non meno spettacolare la partita di Damian Lillard, capace di chiudere a sua volta con 32 punti in 21 minuti, con 11/20 dal campo e soprattutto 8/16 dall’arco. Niente da fare per il Team Durant, costretto a inseguire per tutto l’arco del match, perdendo i primi tre quarti prima di abbozzare una rimonta nel finale. Uniche note positive le prestazioni di Kyrie Irving e Bradley Beal (50 punti in due), gli unici che hanno provato a dare un senso a una partita mai veramente in bilico.