Alex Schwazer vuole partecipare a tutti i costi alle prossime Olimpiadi di Tokyo, per questo motivo il marciatore alto-atesino e i suoi legali si sono rivolti alla Corte federale svizzera per impugnare la sentenza del TAS contro la squalifica comminatagli fino al 2024.
Una battaglia che l’atleta azzurro ha intenzione di portare avanti con tutte le proprie forze, riappropriandosi di quella dignità che qualcuno ha cercato di rovinare. Intervenuto ai microfoni dell’Adnkronos, il legale del marciatore azzurro, Gerhard Bradstaetter, ha sottolineato: “a metà della prossima settimana presenteremo il ricorso alla Corte federale svizzera“.
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Attacco all’Aiu
L’avvocato di Schwazer si è soffermato anche sulla presa di posizione dell’Aiu (Athletics integrity unit), ossia l’unità etica di World Athletics, che ha scelto di non entrare nel merito del caso del marciatore alto-atesino, perché costituitasi dopo la vicenda della squalifica all’olimpionico azzurro. Una decisione che il legale di Schwazer ha così commentato: “ognuno si assume la responsabilità di ciò che fa, ma penso che questa presa di posizione sia anche piena di contraddizioni, anche temporali. Tuttavia, è una loro decisione interna e noi non abbiamo titolo o diritto per parlare, siamo terzi. Possiamo fare al massimo un’istanza, ma non abbiamo l’autorità per contestare. Magari potrebbe farlo la prossima assemblea World Athletics o Fidal, loro potrebbero chiedere lumi. La sensazione è che loro non vogliano aprire il varco a critiche e tenere un’immagine che tanti hanno capito sbagliata: in sostanza tengono il punto. Però non finisce qui. Un conto è la giustizia sportiva, un altro quella ordinaria. E noi andiamo avanti comunque“.
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