Come è nato lo sci di fondo? Storia e regole di questo sport tanto amato anche da turisti ed escursionisti

Tecniche, attrezzatura, regole e storia dello sci di fondo: come è nato questo sport tanto amato anche da escursionisti e turisti

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Sono in corso ad Oberstdorf i Mondiali di sci nordico: salto con gli sci, combinata nordica e sci di fondo la fanno da padrone in Germania in questi giorni. Campioni provenienti da tutto il mondo si stanno sfidando nelle gare della 53ª rassegna iridata, che si disputa per la terza volta ad Oberstdorf: gli atleti vanno a caccia delle medaglie più preziose, regalando spettacolo tra colpi di scena, imprese e tanto altro.

Guardando le sfide sulla neve di Oberstdorf, in tanti si domandano quando e come sia nato lo sci di fondo e soprattutto quali siano le regole di questo affascinante sport, che in tanti praticano in versione amatoriale anche per escursioni e passeggiate sulla neve.

Storia dello sci di fondo

Foto di Lukas Barth-Tuttas/ Epa/ Ansa

Lo sci nasce dall’esigenza dei popoli nordici ed asiatici di spostarsi sulla neve, che copriva il terreno per molti mesi dell’anno. Si trattava quindi di un mezzo di locomozione, che consentiva alla popolazione di muoversi per motivi importanti, come procurarsi il cibo con la caccia e la pesca anche d’inverno. In principio venivano usati rami o cortecce intrecciati da mettere ai piedi per non affondanre nella neve e poter seguire quindi gli animali da cacciare, col tempo questa ‘attrezzatura’ si è piano piano evoluta, passando dalle racchette da neve (usate ancora oggi) fino agli sci. Scivolare consentiva alle popolazioni di spostarsi in maniera più rapida, facendo meno fatica.

In Svezia, stando ad alcuni reperti, venivano usati uno sci più corto e uno più lungo. Il primo aveva un rivestimento in pelle e serviva per dare la spinta, cambiare direzione e frenare, l’altro invece per poter scivolare a tutta velocità.

La mitologia finnica narra di un certo Lemminkainen che usava gli sci, così come gli svedesi, uno più corto e uno più lungo, ma arrivano testimonianze di sci anche da Senofonte, greco vissuto nel IV secolo a.C, secondo il quale gli asiatici usavano calzature speciali per muoversi agevolmente sulla neve.

Più recenti sono le testimonianze dai paesi scandinavi: il re svedese Sverre, nel 1100 vinse una battaglia grazie all’uso degli sci, mentre 400 anni dopo, nel 1520, Gustavo Vasa, mentre andava in esilio, fu sorpreso da due sciatori mandati dagli insorti che volevano il suo ritorno per guidare la rivolta contro la dominazione danese. Tornto a Mora, riuscì a scacciare gli invasori, divenendo re Gustavo I di Svezia. A questo episodio è dedicata una gara di gran fondo, la Vasaloppet, che si snoda sullo stesso percorso di 90 km.

Fin qui, però lo sci non era usato per praticare sport, ma solo per necessità, solo nella seconda metà dell’800 arrivnao documentazioni di una prima gara, che si disputò a Tromso, in Norvegia e venne vinta da un lappone che percorse 5 km in 29 minuti. Fu l’impresa di Fridtjof Nanse, che nel 1888 compì la traversata della Groenlandia con gli sci a dare veramente fama a questo strumento. In Italia fu la Gazzetta delo sport a dare importanza a questo sport, finanziando negli anni 10 del ‘900 la competizione die Valligiani.

Attrezzatura

sci di fondo
Foto di Lukas Barth-Tuttas/ Ansa

Per praticare lo sci di fondo servono degli sci senza lamine larghi in media 4,5 cm e attacchi per scarpe particolari che si ‘legano’ solo sulla punta, permettendo al tallone di potersi sollevare. Le scarpe cambiano in base alla tecnica del fondo: per la tecnica classica sono più basse per consentire alla caviglia di muoversi liberamente, mentre nello skating la scarpa deve avvolgere tutta la zona, tenendo ferma l’articolazione perchè il piede, nella sciata, è quasi sempre in posizione obliqua.

Lo sci poi cambia in alcune tecniche: nell’alternato, infatti, nella parte centrale dello sci c’è una soletta che tramite dei trattamenti garantisce la tenuta in fase di spinta, mentre nel pattinato la soletta è completamente paraffinata per migliorare lo scivolamento. Le punte degli sci da pattinato o skating sono più arrotondate mentre nell’alternato sono molto appuntite per permettere agli sci obliqui di tagliare l’aria. Infine una differenza tra le tecniche c’è anche per quanto riguarda i bastoncini, più corti per la tecnica classica e lunghi invece nel pattinato.

Tecniche

sci di fondo
Foto di Lukas Barth-Tuttas/ Ansa

Sono diverse le tecniche che si sono distinte nell’evoluzione dello sci di fondo: la tecnica classica e la libera, che si differenziano per il sistema con cui la forza delle gambe si trasferisce al suolo per creare la propulsione. Ogni tecnica ha dei passi differenti per il coordinamento di spinta dele braccia e delle gambe. Tecnica classica e libera si differenziano anche per aspetti regolamentari: nella prima infatti non sono consentiti i passi della seconda, mentre nella seconda si posso fare anche passi della TC.

, mentre nella tecnica libera la spinta viene trasferita tramite contrasto, in una prima fase lo sci scava un solco nella neve sulla parete del quale può appoggiarsi per permettere la propulsione in avanti come un pattino nel ghiaccio;

Tecnica classica

Nella tecnica classica la spinta deve essere trasferita dalle gambe alla neve tramite l’attrito statico che si forma tra lo sci e la neve, allo stesso modo in cui si corre o cammina. La tecnica classica fu l’unica praticabile fino agli anni ’80 per motivi legati ai limiti tecnologici dela battitura della pista che permettevano agli sci di muoversi paralleli al senso di marcia.

Nella tecnica classica gli sciatori si aiutano con due solchi larghi poco più degli sci che vengono usati come dei binari e guidano gli sci senza che lo sciatore debba cambiare la direzione. Nelle salite ripide e nelle curve strette, però, non sarà possibile seguire i binari. Lo sciatore, tramite i bastoncini, può dare una spinta con gli arti superiori che coordinandosi con le gambe danno via a sequenze di movimenti differenti, detti passi. Nella tecnica classica esistono il passo alternato, che consiste nella spinta di gamba con spinta del braccio opposto e viceversa nella spinta successiva, il passo spinta e la scivolata spinta.

Tecnica libera – Skating o pattinato

La tecnica libera, chiamata anche skating o pattinato è comparsa agli inizi degli anni ’80 e uno dei primi ad efettuarla fu Pauli Siintonen, finlandese che inizò ad usare un passo nuovo, una scivolata spinta pattinata che consiste nel tenere uno sci che scorre nel binario e l’altro che resta in direzione obliqua al senso di marcia dando la propulsione. Piano piano la tecnica si affinò arrivando poi a quella usata al giorno d’oggi. Gli sci non seguono i binari, scorrono in maniera alternata su un terreno privo di tracce e diagonalmente rispetto al senso di marcia, con le punte divaricate. Lo sci è sempre in movimento  e si procede a ‘zig-zag’. Come nella tecnica classica vi sono diversi passi, i principali sono i seguenti: passo corto o da salita, passo doppio, passo lungo.

La virata

In entrambe le tecniche si cambia direzione allo stesso modo: si porta lo sci interno alla curv nella nuova direzione e con una pattinata si crea una forza lateralc che crea la forza centipreta che serve per la virata e al tempo stesso una forza propulsiva che consente di continuare ad andare veloci. Un movimento ripetuto fino alla fine della curva.

La discesa

A livello agonistico la discesa viene effettuata a tutta velocità, mentre a amatoriali, escursionisti e turisti la effettuato tenendo sotto controllo l’andatura. Per poter cercare la massima velocità l’atleta distribuisce il peso in maniera uguale su entrambi gli sci mantenendo una giusta pressione sul terreno e col busto alla ricerca della giusta aerodinamicità, preferibilmente non troppo piegato altrimenti ne risentiranno i quadricipiti.

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