Chiaro, diretto e senza peli sulla lingua. Thibaut Pinot non è tipo che ama le mezze misure, come dimostrano le sue parole all’Equipe, dove il corridore transalpino ha rifilato vere e proprie picconate al ciclismo internazionale.
Nel mirino dell’alfiere della Groupama FDJ c’è l’utilizzo di cortisone da parte di alcuni atleti, pratica che Pinot vieterebbe immediatamente per non creare un… ciclismo a due velocità che farebbe solo del male allo sport.
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L’accusa di Pinot
Interrogato su questo tema scottante del ciclismo, Pinot ha lanciato la sua accusa: “siamo sempre in un ciclismo a due velocità. Io non comprendo chi pedala sotto cortisone. Chi ha bisogno di un’autorizzazione a uso terapeutico, non dovrebbe essere ammesso a una competizione. Hanno vietato il Tramadol, dovrebbero fare lo stesso coi cortisonici. Quanto ai chetoni, non se ne sa troppo: mi chiedo perché i corridori continuino a buttare le borracce nella natura ma si tengano le boccette di chetoni in tasca“.