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Ma Conte è ancora l’allenatore della Juventus?

Alla viglia di Inter-Juventus, Antonio Conte si è lasciato andare ad una conferenza stampa quasi interamente dedicata all'esaltazione del club bianconero

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Allena l’Inter, ma a volte sembra che Antonio Conte sia ancora seduto sulla panchina della Juventus. Atteggiamenti e parole tradiscono spesso l’animo bianconero del manager pugliese, dedito alla causa nerazzurra ma spesso avulso da quello che è il contesto in cui vive e lavora.

Enrico Locci/Getty Images

L’ultimo segnale arriva dalla conferenza stampa della vigilia di Inter-Juventus, in programma domani sera a San Siro. Un incontro con i media trasformatosi ben presto in un’apologia bianconera, con parole di elogio e di esaltazione che mal di sposano con il ruolo di allenatore dell’Inter.

“Rispetto per chi vuole dominare”

Alessandro Sabattini/Getty Images

Fa strano vedere come, alla vigilia di un Inter-Juventus, l’allenatore dei nerazzurri esalti così sperticatamente i bianconeri: “la Juventus rappresenta un parametro per tutte, considerato che in questi anni ha stradominato in Italia. Quando vuoi capire a che livello sei, inevitabile paragonarti alla Juventus“. Giusto sottolineare i meriti della Juventus, ma al tempo stesso sarebbe più giusto per la propria società non soffermarsi sulle differenze tra le due squadre. Soprattutto considerando la forza della rosa dell’Inter: “dobbiamo avere grandissimo rispetto nei confronti di chi vuole continuare a dominare per il decimo anno di fila. Li rispettiamo per ciò che hanno fatto. Negli anni passati poi non c’è stata storia: noi l’anno scorso abbiamo accorciato a livello di punteggio, speriamo anche quest’anno di poter fare lo stesso. Prima la Juve dava 20-25 punti di distacco alle concorrenti e non era una bella cosa“.

Gap non colmato

Francesco Pecoraro/Getty Images

Il discorso di esaltazione di Conte è finito poi con l’ultima chicca, utile per mettere le mani avanti in caso di sconfitta: “nessuna squadra in Italia può dire di aver colmato il gap con la Juventus. Per nove anni hanno dominato e operato in maniera importante, riuscendo a cambiare, a ringiovanirsi pur non rinunciando all’esperienza. Anche quest’anno mettono Chiesa, Morata, McKennie e Kulusevski: c’è un grande lavoro e ogni anno cercano di migliorarsi. In Italia lo abbiamo fatto anche noi rispetto al passato, ma non c’è ancora nessuna squadra che può dire di aver colmato il gap con loro“.

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