Serata speciale per Mino Raiola, premiato come miglior agente dell’anno sul palco del Golden Boy 2020, un riconoscimento meritato considerando l’importanza e il lavoro svolto negli ultimi 12 mesi. Sono tanti i giocatori seguiti dal manager italo-olandese, tra questi anche Zlatan Ibrahimovic, che sta trattando in questi mesi il rinnovo con il Milan.
Interrogato sul futuro dello svedese Raiola ha ammesso: “abbiamo questo rapporto in cui non si sa mai chi ha fatto cosa, ma lui sa che gioca solo perché lo voglio io. In carriera ho visto tanti giocatori che all’età di Zlatan erano stanchi, mi facevano quasi pena farli continuare perché non avevano più quell’energia positiva che serve al calciatore stesso e alla squadra. In Ibra questo non lo vedo, per me lui può giocare altri 5 anni. Uno che recupera dall’infortunio come ha fatto lui non può smettere. Mi sono pentito di averlo portato in MLS, è stato tempo sprecato e doveva restare in Europa, nel calcio vero. Poi ricoprirà un ruolo importante, magari sarà presidente di qualche squadra o dell’UEFA, qualcosa per cambiare il mondo. Quando mi chiama al telefono gli chiudo, perché se rispondo subito dopo si crede importante e si monta la testa, e non va bene. Scherzi a parte, abbiamo un bel rapporto, fa parte della mia famiglia, con lui ho vissuto avventure uniche. Non è duro come sembra“.
L’arrivo di Balotelli al Monza
Mino Raiola si è poi soffermato sull’arrivo di Mario Balotelli al Monza, ammettendo come l’obiettivo sia quello di tornare prontamente in Serie A: “Balotelli può essere fondamentale. Galliani e Berlusconi hanno detto pubblicamente che vogliono andare in Serie A. È indietro nella preparazione, ma tornerà presto in forma. Avere un giocatore come Mario è un segnale forte, nessuno vuole restare in B con Balotelli in squadra. Ho grande rispetto, stima e amicizia per Galliani. Ho fatto grandi litigate con lui, ma il rapporto è ottimo che nacque in modo strano. Lui mi disse che non lo contattavo mai, gli risposi che parlavo con Braida perché non arrivavo a lui. Mi disse di chiamarlo il giorno dopo, da lì nacque il nostro rapporto e portai Ibra al Milan, non era facile prenderlo dal Barcellona“.