Bernie Ecclestone non è mai stato un tipo diplomatico, ma ha sempre preferito essere chiaro e diretto nei suoi discorsi, anche a costo di sollevare pesanti polemiche.
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La sua ultima uscita ai microfoni del quotidiano ‘La Stampa’ ha l’obiettivo proprio di mettere in agitazione l’ambiente Ferrari, già gravato da numerosi problemi. Ecclestone ha analizzato l’aria che si respira a Maranello, esprimendo il proprio punto di vista: “ho sempre creduto, senza offesa, che il problema siano gli italiani: vogliono tutti comandare e hanno le loro idee. Non dico che si debba mandarli via come si fa con i corrotti, ma bisogna tirare dentro tedeschi, francesi, inglesi, gente che pensa in maniera diversa. Quello che accadde con Jean Todt è emblematico: gli italiani non lo volevano. Li convinsi io a prenderlo, poi le cose andarono per il verso giusto”.
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Ipotesi Briatore
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Bernie Ecclestone si è poi soffermato sulla figura di Mattia Binotto, non adatto a ricoprire un ruolo di team principal che invece, secondo Mister E, farebbe al caso di Briatore: “Binotto è invece in una posizione molto scomoda. Non so se abbia mai voluto davvero diventare team principal. È un ingegnere e si è sempre occupato di questioni tecniche. Quello di cui c’è bisogno a Maranello è di un bravo manager che piazzi le persone giuste nei posti giusti. Tre anni fa ho pensato che Briatore sarebbe stato l’uomo ideale per dirigere la Ferrari. Ha fatto molto bene con Benetton e Renault, ha buone idee, sa scegliere le persone e non è un politico. Oggi è troppo occupato nelle sue aziende. Andava contattato prima”.