E’ trascorso quasi un mese dalla morte di Maradona, avvenuta il 25 novembre in una casa di Tigre, poco distante da Buenos Aires. Il Pibe de Oro si è spento a causa di una crisi cardiorespiratoria, che non gli ha lasciato scampo. Subito dopo il decesso, la Procura di San Isidro ha fatto partire un’indagine, che al momento vede come indagati il medico Leopoldo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov.
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L’accusa
Sulla morte di Maradona si continua a indagare, ogni giorno emergono nuove situazioni che potrebbero aiutare gli inquirenti a far luce sul decesso, a cui si aggiungono dichiarazioni importanti fatte da persone che conoscevano il Diez. Tra questi anche il suo ex medico Alfredo Cahe, che ha puntato il dito contro coloro che hanno curato Maradona nell’ultimo periodo, intervenendo al programma ‘Intratables’: “Maradona aveva una lesione cerebrale, ma non l’Alzheimer come si diceva. E il farmaco psicofarmacologico che stava assumendo non era adeguato. Diego aveva bisogno di pace e tranquillità e non riusciva a raggiungerle attraverso i farmaci. Avevo suggerito a Luque di portarlo a L’Avana, ma non mi ha dato ascolto”.
Il tentato suicidio
Lo storico medico di Maradona ha poi rivelato un particolare episodio avvenuto 15 anni fa a Cuba, quando il Pibe tentò il suicidio lanciando a tutta velocità con la sua auto contro un autobus. Scene agghiaccianti rivelati da Cahe:: “lì gli autobus pubblici sono chiamati guagua. In un’occasione Diego ne puntò uno con la sua auto cercando di uccidersi. A noi disse di esserselo trovato di fronte e di non averlo puntato, ma si è salvato per miracolo”.