Morte Maradona, nuove rivelazioni del legale dell’infermiera: “acceleravano il cuore di Diego di proposito”

Sulla morte di Maradona emergono nuovi retroscena raccontati dall'avvocato dell'infermiera che lo aveva in cura, accuse pesanti verso Luque e Cosachov

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La morte di Maradona continua a rimanere sotto la lente di ingrandimento degli investigatori della procura di San Isidro, che lavora alacremente per capire se ci siano delle responsabilità in questa vicenda.

Maradona
Marcos Brindicci/Getty Images

Giorno dopo giorno emergono sempre nuove indiscrezioni e dichiarazioni che gettano ombre sugli ultimi giorni di vita del Pibe, le cui condizioni potrebbero essere peggiorate per colpa della negligenza di chi stava con lui. Sulla morte di Maradona è tornato a lanciare accuse Rodolfo Baque, avvocato di Dahiana Madrid, una delle infermiere che assisteva Diego nella casa di Tigre: “il cuore di Maradona poteva resistere nella sua prima casa di Villa Fiorito oppure in un palazzo di Abu Dhabi. Ma non poteva resistere in quella casa e in quelle condizioni. I responsabili erano Luque e Cosachov. Maradona usava antidepressivi, che gli acceleravano il cuore, ma nessuno disponeva niente per abbassarlo. Non aveva assistenza specialistica, non c’erano bombole d’ossigeno, mancava un semplice defibrillatore e dormiva accanto a un bagno chimico. E’ assurdo. Non c’era nemmeno un’ambulanza a stazionare davanti ai cancelli per qualsiasi evenienza, allucinante se oltre si pensa che stiamo parlando di Maradona e non di un paziente qualsiasi”.

Morte Maradona, le nuove accuse del legale

Il legale poi ha concluso: “la verità è che in qualsiasi altro posto e con qualsiasi altra persona accanto, Maradona non sarebbe morto. Chiunque l’avrebbe portato a fare accertamenti se fosse caduto battendo la testa. Chiunque l’avrebbe portato a fare accertamenti di fronte ai problemi di tachicardia registrati. Chiunque si sarebbe occupato di somministrargli i medicinali necessari per un paziente cardiopatico qual era. E’ semplicemente assurdo“.

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