Le indagini sulla morte di Maradona proseguono, adesso con una novità in più che riguarda l’esame tossicologico e istopatologico, che ha confermato come nel corpo del Pibe al momento del decesso non ci fossero tracce né di droga e né di alcool. Sono emerse però numerose patologie che stavano portando Diego a spegnersi, dalla cirrosi epatica fino a una miocardiofibrosi, patologie che non gli avrebbero lasciato scampo se non fosse stata una crisi cardiorespiratoria a portarlo via.
La posizione dell’autista
La Procura di San Isidro, che sta indagando sulla morte di Maradona, ha acquisito i nuovi elementi e sta cercando di capire cosa sia successo nelle cinque ore precedenti il decesso. Nelle ultime settimane è emersa la notizia che l’autista del Pibe fosse nella casa di Tigre, scappando prima dell’arrivo delle forze dell’ordine senza dichiarare come testimone. Il suo cellulare è stato messo sotto sequestro è verrà analizzato nei prossimi giorni, per capire con chi abbia parlato e cosa abbia detto.
Svolta nelle indagini
Sono 5 le ore di buco su cui indagano gli inquirenti, lacune che potrebbero addirittura modificare il capo d’accusa degli imputati da omicidio colposo (da 1 a 5 anni) ad abbandono di persona, seguita da morte (da 5 a 15 anni). Una pena pesantissima che rischiano sia Leopoldo Luque che Agustina Cosachov, al momento gli unici indagati dalla Procura.