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“I medici mi hanno preso in giro”, Marquez è una furia: adesso vuole portare i dottori in tribunale

Marc Marquez ha puntato il dito contro i dottori, paventando la possibilità di querelarli e portarli in tribunale per avergli mentito sulle sue condizioni

SportFair

Marc Marquez è uscito allo scoperto, lo ha fatto in un’intervista concessa prima della terza operazione avvenuta nelle scorse ore a Madrid, resasi necessaria per curare definitivamente l’omero della spalla destra.

Il pilota della Honda ha spiegato per filo e per segno quanto successo gli scorsi mesi, ripercorrendo il suo calvario e ammettendo di non essere stato incosciente, ma di aver seguito i dottori. “Tornare a Jerez è stato un errore – le parole di Marquez al canale spagnolo Dazn – quest’anno mi ha insegnato molte cose. La prima è che il tentativo di tornare dopo l’infortunio è stato precipitoso. Mi sono rotto la placca in casa, aprendo una porta scorrevole per uscire in giardino, però la placca non si è rotta in quel momento, ma è stata la conseguenza di tutto lo stress che ha subìto a Jerez. Provare a tornare a Jerez è stato un errore”.

“Sono coraggioso, non incosciente”

Mirco Lazzari gp/Getty Images

Marquez ha poi sottolineato come la decisione di andare a Jerez è stata presa insieme ai medici, che gli avevano assicurato che la placca avrebbe retto. Una situazione che potrebbe spingere il pilota spagnolo anche a intentare una possibile futura causa civile contro i dottori. “Mi avevano detto così, sono coraggioso ma non un incosciente – prosegue Marquez – mi avessero detto che la placca si poteva rompere, non sarei salito su una moto che va a 300 km/h. Quando tornerò dovrò essere al 100% e il mio corpo dovrà essere pronto ad affrontare gli stessi rischi di sempre, perché questo è il mio Dna, quello che mi ha portato dove sono e a ottenere quello che ho ottenuto. Oggi peso 61 chili, mentre normalmente ne peso 65, ho perso tutto il muscolo“.

Operazione Marquez, i retroscena

Mirco Lazzari gp/Getty Images

Marc Marquez ha scelto il professor Samuel Antuna e la sua equipe per l’operazione, uno specialista dell’articolazione che ha impiegato otto ore per mettere a posto l’omero destro, applicandogli una nuova placca e rinforzandolo con un osso prelevato dalla cresta iliaca (l’osso dell’anca). “Il problema di Marquez era la mancata formazione di callo osseo dell’omero. La frattura, invece di consolidarsi si riassorbiva, andando in pseudoartrosi” ammette il professor Porcellini tra i dei maggiori specialisti della spalla italiani. “I medici hanno scelto di prelevare l’osso dall’anca malgrado sia un’operazione molto dolorosa, visto che quello è il punto in cui si innestano i muscoli della coscia. Ma immagino che non abbiano voluto rischiare, in quanto l’osso da cadavere ha meno potere di callificare. Sicuramente hanno prelevato dell’osso spugnoso, riempiendo il focolaio, così da ricreare in un tempo più rapido l’ambiente biologico rigenerativo che si era perso nei due interventi precedenti”. Inoltre, nell’ambito dell’operazione che ha visto protagonista Marc Marquez, è stata prelevata dal ginocchio una vena per applicarla nella zona dell’omero, aumentando l’irrorazione sanguigna.

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