Dalla paura del ritiro al ritorno in campo, Fognini ruggisce: “ho già scritto a Nadal di scansarsi”

Fabio Fognini è pronto a tornare in campo dopo aver perso un anno intero a causa dei problemi alle caviglie e del Coronavirus, il ligure ha già scritto a Nadal

SportFair

Il momento complicato è ormai alle spalle, Fabio Fognini è pronto a riprendere in mano la sua carriera, dopo averla interrotta per l’intero 2020. Prima i problemi alle caviglie e poi il Coronavirus, nell’anno che sta per concludersi il ligure ha giocato solo 16 match, un numero irrisorio dal quale ripartire.

Fabio Fognini operazione caviglieLa voglia è sempre la solita, come ammesso dallo stesso Fognini: “ritengo di essere ancora competitivo ad alti livelli, purtroppo il 2020 è stato un anno perso tra l’operazione alle caviglie e poi la positività al Covid di ottobre. Ho giocato appena 16 partite, in pratica devo ricominciare da zero. Ora sono smanioso di ripartire. So che all’inizio farò fatica, l’obiettivo è di ritrovare la condizione per i tornei sulla terra della prossima primavera e restare nei 30 per essere testa di serie negli Slam“.

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Il messaggio a Nadal

Nadal
Clive Brunskill/Getty Images

Ad aprile si dovrebbe tornare a giocare a Montecarlo, Fognini si presenterà da campione in carica: “ho già mandato un messaggio a Nadal scrivendogli ‘scansati, che la prossima volta tocca a me. È iniziata la mia era’. In fondo mi mancano solo dieci vittorie per eguagliarlo” le parole di Fognini alla Gazzetta dello Sport. “Paura di non tornare? Mi è venuta il giorno in cui sono uscito dall’ospedale, con il medico che mi ha portato la sedia a rotelle: mi sono detto ‘Fabio, e se fosse finita qui?’. Ho voluto le stampelle, erano il primo segno che stavo per ribellarmi all’idea“.

Capitolo Sinner

Sinner
Christof Koepsel/Getty Images

Fognini poi si è soffermato sulla ribalta di Sinner, esprimendo il punto di vista sul giovane azzurro: “Jannik è davvero molto forte, spero che tenga alto per anni il nome dell’Italia. Però io ho giocato nella stessa epoca dei tre più grandi di sempre e in aggiunta c’erano Murray, Del Potro e Wawrinka. Tra cinque anni, con la generazione dorata a godersi il meritato riposo, probabilmente per lui sarà più facile ottenere grandi risultati. Il mio futuro? Di certo non farò l’allenatore. Ho già avuto qualche proposta per rimanere nel tennis: interessante, ma per tre anni mi vedrete ancora in campo“.

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