Zlatan Ibrahimovic sta lavorando per tornare in campo il prima possibile, anche se il Milan sta dimostrando di poter anche fare a meno del proprio totem. Prova ne sono i sei punti conquistati contro Sassuolo e Lazio, due partite delicate che i rossoneri sono riusciti a vincere non senza difficoltà. Ibra tornerà nel 2021, l’obiettivo è esserci contro la Juventus, per confermare quel primo posto che al momento vorrebbe dire scudetto.
“Il Milan deve avere il coraggio di sognare lo scudetto, io dico che possiamo e vogliamo fare ancora di più. Adesso dobbiamo cominciare bene il 2021 e pensare partita per partita, come se fosse l’ultima.” le parole di Ibrahimovic a ‘7’, settimanale del Corriere della Sera. “Dobbiamo avere fame: tutti i giorni, ogni momento. Impazzisco quando un compagno sbaglia un passaggio, sia in partica che in allenamento. Il problema è chi non si arrabbia. E se faccio un errore io? Io non sbaglio mai. Il talento serve se lo coltivi. Bisogna lavorare, lavorare, lavorare. Ci vuole sacrificio. Cosa sono i 90 minuti della partita? Niente, se non ti sei allenato tutti i giorni e tantissime ore. Più mi alleno e più sto bene. Lo dico a me stesso e agli altri: non mollare mai. Lo spiego in un altro modo: se non ti arrendi, vinci“.
LEGGI ANCHE: Festival di Sanremo, Ibrahimovic potrebbe condurre una serata
Il futuro di Ibrahimovic
L’attaccante svedese ha poi parlato del suo futuro, compreso il contratto in scadenza alla fine dell’attuale stagione: “non so fino a quando giocherò, me lo chiedono tutti e la risposta è sempre la stessa: andrò avanti finché riuscirò a fare quanto faccio adesso. Giocare la Champions? A chi non piacerebbe… se posso restare, lo faccio. La famiglia mi manca, ma proprio tantissimo. Sono allo stremo, non ne posso più. Vorrei stare con mia moglie e con i miei figli Maximilian e Vincent, che hanno 14 e 13 anni e vivono in Svezia. Andare a trovarli? Ci ho provato, ma Pioli mi ha risposto che non mi posso muovere e che ho famiglia anche a Milanello: dice che lì ho 2 ragazzi ma qui ne ho 25 e hanno bisogno di me“.
“Davo i nomi ai muri”
Ibrahimovic infine ha raccontato la sua esperienza con il Coronavirus, rivelando come a un certo punto è arrivato a dare i nomi ai muri: “quando all’inizio mi è capitato, ero abbastanza tranquillo, quasi incuriosito, vabbè, voglio vedere cos’è questo Covid. Ha colpito tutto il mondo, una grande tragedia, adesso è arrivato da me. Ero a casa ad aspettare, vediamo cosa succede. Mal di testa, non fortissimo ma fastidioso, una cosa tosta. Ho anche perso un po’ il gusto. E stavo lì tutto il tempo, a casa, incazzato, non potevo uscire, non mi potevo allenare bene. Stare fermo è terribile. A un certo punto parlavo con la casa e davo i nomi ai muri. Diventa un fatto mentale. Ti fissi e ti immagini tutti i mali addosso, anche quelli che non hai. Una sofferenza per quello che senti e per quello che pensi di sentire. Questo virus è terribile e non va sfidato. Distanze e mascherine, sempre“.