La situazione che sta vivendo Marc Marquez è senza dubbio tra le peggiori della sua vita, il pilota spagnolo ha subito la terza operazione all’omero della spalla destra e adesso deve rimanere in ospedale, a causa di un’infezione che aveva attaccato l’osso. Un calvario senza fine che potrebbe però avere dei responsabili, ossia i medici che non lo hanno fermato lo scorso luglio, quando dopo la prima operazione il pilota della Honda aveva accelerato i tempi per tornare in pista per Jerez II, dovendosi arrendere dopo pochi pochi giri.
Marquez accusa Mir e Charte
Secondo quanto riferito ad AS da fonti vicine a Marc Marquez, pare che il pilota e il suo entourage abbiano puntato il dito contro il dottor Mir e il dottor Charte, colpevoli di avergli permesso di tornare in pista senza metterlo al corrente dei rischi che avrebbe corso. Mir è uno dei traumatologi più famosi in Spagna e da sempre ha seguito la famiglia Marquez, ma pare che i rapporti adesso si siano raffreddati, soprattutto dopo questa situazione, al punto che Marc ha preferito consultare altri specialisti. Scarsa considerazione anche nei confronti del dottor Charte, responsabile del team medico della MotoGP, che ha dato a Marquez il via libera per correre senza essere effettivamente in condizione e senza che nessuno si ponesse il dubbio.
Le parole di Marquez
Marquez ha sottolineato nel corso di un’intervista a DAZN come la decisione di andare a Jerez fosse stata presa insieme ai medici, che gli avevano assicurato che la placca avrebbe retto. “Mi avevano detto così, sono coraggioso ma non un incosciente – le parole di Marquez – mi avessero detto che la placca si poteva rompere, non sarei salito su una moto che va a 300 km/h. Quando tornerò dovrò essere al 100% e il mio corpo dovrà essere pronto ad affrontare gli stessi rischi di sempre, perché questo è il mio Dna, quello che mi ha portato dove sono e a ottenere quello che ho ottenuto. Oggi peso 61 chili, mentre normalmente ne peso 65, ho perso tutto il muscolo“.