Solo cinque anni nel Mondiale e già due titoli iridati, di cui uno vinto domenica scorsa in MotoGp, il primo in top class. Joan Mir è senza dubbio l’uomo del momento, colui che è riuscito a portare la Suzuki in cima al mondo dopo tanto tempo.
Un traguardo speciale nella carriera del maiorchino, che ha iniziato da piccolo nella scuola del padre di Jorge Lorenzo: “Chicho ha un metodo particolare, ci allenavamo in un parcheggio piccolissimo, e quella che noi chiamavamo la pista grande la percorrevi in 17-18 secondi” le parole di Mir alla Gazzetta dello Sport. “Sono stato lì un anno e mezzo, ma sentivo di non riuscire a imparare, mi mancava qualcosa. Così ho detto a papà che in quel modo non mi divertivo, quella scuola non mi dava niente per essere un campione. Chicho è uno che sa veramente molto, ma io non vedevo l’uscita. E abbiamo cambiato, scegliendo una scuola con una pista vera“.
Dopo non molti anni, Mir è riuscito ad arrampicarsi fino al tetto del mondo, conquistando il primo Mondiale in MotoGp con largo anticipo rispetto a Rossi e Marquez: “il paragone con questi due è qualcosa che nella mia vita non mi sarei mai immaginato di poter fare. E penso ancora che non si possa fare. Ma se si cominciano a vedere queste cose, significa che stiamo imboccando una strada molto buona. La persona che io ho osservato più di tutti per capire come fa o non fa le cose, è Valentino Rossi. E’ anche il carattere nel quale mi riconosco di più. Non perché voglio assomigliare a Valentino, ma semplicemente perché forse è il più simile a me. Di sicuro, invece, non ho il carattere di Marquez. Un altro pilota che poi a me piace tanto e che osservo con attenzione è Dovizioso“.