Dalle critiche post Giro al suo futuro, Nibali allo scoperto: “ho una cosa da dire ai leoni da tastiera”

Il corridore della Trek-Segafredo ha fatto un bilancio di questo 2020, lanciando una frecciatina a quei 'leoni da tastiera' che l'hanno criticato

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Alla soglie dei 36 anni, Vincenzo Nibali non ha intenzione di chiudere con il ciclismo, anzi sente nelle gambe ancora la forza di puntare alla vittoria di una grande corsa a tappe. Ovviamente bisognerà vedersela con avversari forti e giovani, ma questo non spaventa lo Squalo.

Al momento vuole solo riposare e recuperare da piccoli acciacchi emersi dopo il Giro d’Italia, dopodiché si occuperà di programmare il 2021: “è stato un anno interlocutorio, talmente strambo per me che io non lo prenderei per oro colato. Il Giro non è andato secondo le aspettative, non c’è dubbio. I giovani hanno gestito meglio una stagione così, non solo nel ciclismo” le parole alla Gazzetta dello Sport. “Compio 36 anni ma non è un’età tale che uno è da buttar via, nonostante quello che possono scrivere i leoni da tastiera. La chiave è la voglia che si ha, e il divertimento che si prova ad andare in bicicletta. Poi, quest’anno qualche sbaglio è stato fatto. Tornassi indietro, non avrei fatto due ritiri in montagna, ma uno solo. E avrei inserito qualche gara in più“.

A Nibali non sono piaciute le critiche rivolte nei suoi confronti dopo il Giro: “le ho trovate ingenerose, criticarmi è facile. Ho sempre regalato belle emozioni e lo posso capire. Ma da tanti anni, quando puntavo a un grande giro, lottavo per le primissime posizioni. Un anno storto può capitare, anzi c’è chi ne ha fatti di più di me. Di sicuro non mi ha mai regalato niente nessuno. E non più tardi del 2019, al Giro ero arrivato secondo. Tra Carapaz e Roglic, che all’ultima Vuelta si sono confermati“.

Photo Credit: Trek-Segafredo

Sul futuro, Nibali ha chiosato: “non lo so se il 2021 sarà il mio ultimo anno, vivrò alla giornata. Posso ancora fare delle belle cose nel ciclismo, una volta analizzato bene questo 2020. L’Olimpiade? La mia idea è di non avere un appuntamento su cui concentrami ma correre, tra virgolette, libero, senza la pressione e lo stress del risultato a tutti i costi. E senza pensare alle gare successive“.

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