Il Coronavirus continua a sferzare il mondo intero, Italia compresa, obbligando i vari governi ad adottare misure drastiche per limitare la diffusione del contagio. I dati cominciano a migliorare, ma la guardia non può essere abbassata perché gli scienziati non hanno ancora compreso appieno le sfaccettature di questo virus.
Uno dei motivi può essere riconducibile alla circolare 11285, emanata lo scorso 1 aprile dal Ministero della Salute, tesa a dettare determinate disposizioni sul settore funebre, cimiteriale e di cremazione. Il paragrafo ‘c’ riguarda gli esami autoptici e i riscontri agnostici: “per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di Covid-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio. All’autorità giudiziaria si conferisce la possibilità di limitare l’accertamento alla sola ispezione esterna del cadavere in tutti i casi in cui l’autopsia non sia strettamente necessaria. Le Direzioni sanitarie delle Regioni avranno indicazioni finalizzate a limitare l’esecuzione dei riscontri diagnostici ai soli casi volti alla diagnosi di causa del decesso, limitando allo stretto necessario quelli da eseguire per motivi di studio e approfondimento”.