Sono davvero clamorose le confessioni del dottor Schmidt, imputato nell’Operazione Aderlass scattata nel 2019, durante i Mondiali di sci nordico di Seefeld.
Il medico di Erfurt ha consegnato ai suoi avvocati una lettera all’interno della quale ha deciso di vuotare il sacco, facendo venire alla luce verità davvero inquietanti: “dal 2012 ho dopato, manipolando il loro sangue, 150 atleti, per gran parte ciclisti e fondisti. Perché ho deciso di praticare il doping sanguigno non lo ricordo nemmeno più. Il doping era all’ordine del giorno per sportivi che vogliono avere chance di vincere. Per me è sempre stato importante che gli atleti non subissero danni alla loro salute. E non ho mai fatto tanti soldi con il doping. Alla fine non guadagnavo, l’ho sempre visto come un hobby“.
Il tariffario che il dottore praticava arrivata a un massimo di 5000 euro per le operazioni di prelievo di sangue e reinfusione dello stesso trattato, con alcun bonus in denaro derivanti dall’eventuale vittoria di medaglie. Oltre al dottor Schmidt, imputati nel processo ci sono anche altri quattro complici, tra cui il padre del medico di Erfurt. Entro dicembre dovrebbe arrivare la sentenza, a distanza di quasi due anni dall’inizio dell’Operazione Aderlass, venuta alla luce il 27 febbraio 2019, quando la polizia austriaca intervenne nel corso dei Mondiali di sci nordico di Seefeld partendo dalle confessioni di Johannes Dürr. I nomi venuti a galla dall’inchiesta sono finora 23, di cui otto sono ciclisti o ex corridori tutti squalificati: Stefan Denifl, Georg Preidler, Alessandro Petacchi, Danilo Hondo, Kristijan Koren, Borut Bozic, Kristijan Durasek e Pirmin Lang.