Inter-Milan, l’ammissione di Cassano: “devo la vita al club rossonero, mi ha strappato alla morte”

Fantantonio ha parlato del derby in programma questo pomeriggio a San Siro, facendo un'importante rivelazione sul suo passato

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Lo ha giocato sia da una parte che dall’altra, Antonio Cassano dunque sa cosa significhi il derby Inter-Milan, una stracittadina che quest’anno si svolgerà per la prima volta a porte chiuse a causa del Coronavirus.

Ibrahimovic
Marco Luzzani/Getty Images

Una partita da tripla con l’Inter favorita secondo Fantantonio, dal momento che i nerazzurri si giocheranno lo scudetto con la Juventus fino alla fine: “arriva troppo presto, siamo alla 4giornata, c’è il tempo per recuperare. Però chi ha più da perdere è l’Inter. Conte pensavo non rimanesse dopo lo sfogo di fine torneo, evidentemente lo strappo è stato ricucito. Ora non può fallire: deve vincere lo scudetto. Ibra o Lukaku? Zlatan è il miglior giocatore del campionato: lui è il Milan ma non so se basterà. Lukaku è giovane, bravo e forte, ma non c’è paragone. A 39 anni la forza fisica non basta, serve la qualità e Ibra ne ha tanta: dopo Ronaldo il Fenomeno e Van Basten c’è lui. Il rendimento di Zlatan e Lukaku dipende da come verranno serviti da Lautaro e Chalanoglu. Il Toro è migliorato e mi ricorda Aguero“.

Berlusconi e Galliani
Foto Getty / Pier Marco Tacca

Ha indossato le maglie di Milan e Inter, ma ai rossoneri Cassano ha dato di più: “lì ho vinto uno scudetto bellissimo e una Supercoppa Italiana. Devo la vita a questo club che mi ha strappato alla morte quando ho avuto il problema al cuore: Berlusconi e Galliani mi hanno trattato come un figlio. Con Galliani però in Cina ci litigai di brutto: chiedevo il rinnovo, lui rimandava il discorso, allora chiesi la cessione e andai all’Inter. Un sogno da bambino che si realizzava. Lì ho incontrato due fratelli, Ausilio e Branca. Andavo molto d’accordo con Nagatomo, lo sento ancora” le parole di Cassano alla Gazzetta dello Sport. “Prima di un derby entrai nella sua stanza alle 4 del mattino: dormiva con la mascherina sugli occhi, saltò per aria come un grillo“.

 

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