E’ arrivata la resa dei conti al Giro d’Italia, oggi infatti sarà lo Stelvio a fare l’esame ai corridori e, in particolare, a Joao Almeida che dovrà riuscire a difendersi dagli attacchi dei big.
Davide Cassani è convinto che qualcosa succederà, sottolineando però come il portoghese meriti quanto ha conquistato fino a questo momento: “le prime montagne dolomitiche hanno perdonato il Giro. L’impressione è che ci sia tanta stanchezza in gruppo e alla lunga le fatiche si pagano. Non soltanto le fatiche ma anche le attese: e adesso ci saranno le Dolomiti vere, quelle dure, aspre, che sanno fare selezione. Lo Stelvio deciderà questo Giro d’Italia. Riuscirà Almeida a conservare la maglia rosa? Sarebbe bello perché si meriterebbe la vittoria finale ma temo possa soffrire su una salita lunga e dura come lo Stelvio. Sarà una bella sfida, ma Nibali? Ecco, Nibali, è di lui che voglio parlare ora“.
Il ct azzurro si è dunque soffermato sullo Squalo: “ho letto di tutto su di lui e purtroppo tante cattiverie. Vero, ci si aspettava di più dal siciliano, anche perché le premesse e le promesse delle prime tappe erano state incoraggianti. Però sbaglia, e tanto, chi lo critica. Perché se è lecito pensare che Nibali non vincerà questo Giro, è altrettanto dispettoso, ingrato e ingiusto buttare la croce addosso a Nibali, che un campione era e un campione rimane. Vincenzo non è più un ragazzino, l’età è contro di lui, ma resta un esempio di impegno, abnegazione, volontà. Va piano? No, non va piano, sono piuttosto questi giovani rampanti che vanno forte. Sulla salita di Piancavallo, l’altro giorno, Vincenzo ha impiegato 6” in più rispetto al 2017 mentre Geoghegan Hart, Kelderman e Hindley sono stati più veloci di 1’ rispetto a Pinot che fece il miglior tempo di scalata in quella tappa del 2017“.
Infine, Cassani ha ammesso: “Nibali resta un esempio di condotta, di impegno, di serietà. Un faro del ciclismo italiano per quello che ha dato e quello che darà. Nibali sarà protagonista sullo Stelvio? Io spero tanto di sì. Ok, non ha squadra, dovrà fare tutto da solo ma su salite come lo Stelvio, dove si superano i 2000 metri, Vincenzo ha sempre dato il meglio. Poi staccare questi giovani non sarà facile, anzi, molto difficile ma con Nibali mai dire mai. E comunque vada a finire, io lo ringrazierò sempre perché Vincenzo Nibali, ancora oggi, corre con il desiderio di partecipare sempre al vivo della corsa, di lottare fin che può, di saper perdere. Ecco, un vincente che non ha paura di perdere. E quest’ultima mi sembra una dote che hanno davvero pochi soprattutto quelli che lo criticano. E adesso ne vedremo delle belle“.