Max Verstappen è finito nell’occhio del ciclone nell’ultimo week-end di Portimao per il vergognoso team radio rivolto a Lance Stroll, successivo all’incidente avvenuto tra i due nel corso delle FP2 del GP del Portogallo. “Che ritardato, che mongolo” le parole dell’olandese, che hanno fatto immediatamente il giro del mondo infastidendo e non poco Mongol Identity, associazione benefica registrata in Scozia e che opera in tutto il mondo.
Uuganaa Ramsey, numero uno dell’ente scozzese, ha mandato una lettera a Verstappen condannando il suo gesto: “vogliamo esprimere la nostra disapprovazione e al tempo stesso la nostra preoccupazione nel vedere utilizzato il termine ‘Mongolo’ in maniera dispregiativa. Siamo anche abbastanza sotto shock per il fatto che la F1 non abbia preso alcun provvedimento e ci rivolgiamo direttamente ai vertici di questa competizione. Dal 1965 l’OMS ha chiaramente stabilito che il termine ‘Mongoloide’ non poteva essere associato a chi soffre della Sindrome di Down in quanto offensivo per coloro che hanno nazionalità mongola. Chiediamo a Verstappen scuse pubbliche e maggiore sensibilità nei confronti di persone che soffrono. Chiediamo cortesemente che il termine ‘Mongolo’ venga utilizzato in maniera corretta rispettando la sua originalità e autenticità”.