Paolo Simoncelli apre il suo cuore a Misano: “qui tutto parla di Marco. La nostra grande forza è non avere rimpianti”

Paolo Simoncelli a cuore aperto a Misano: le parole del boss della Sic58 nel weekend di gara del Gp di San Marino e della Riviera di Rimini, con Marco sempre nel cuore

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Paolo Simoncelli è pronto per il weekend di gara di Misano, sul circuito intitolato al figlio Marco: “qui parla tutto di lui, il circuito, la fondazione, adesso anche il Comune di Pesaro ha deciso di intitolargli una curva della Panoramica. Poi entrare in circuito è strano con quella gigantografia di Marco che ti accoglie. Ora mi fanno anche entrare senza chiedermi chi sono…“, ha raccontato alla ‘rosea’.

Il boss della squadra Sic58 ha ammesso di commuoversi spesso: “in Malesia, davanti alla targa ricordo e alla palma piantata da Gigi Soldano, Tatsu aveva promesso a Marco, “un giorno salirò sul gradino più alto del podio e il tuo babbo sarà con me”. Tutte le volte che ci penso mi emoziono“.

Paolo Simoncelli ha poi spiegato come è nata l’idea della squadra: “io lo definisco un modo per non morire. Che sembra una parola grossa, ma è così. Per me, la mamma e la sorella, Marco è un comune denominatore, il primo pensiero che hai la mattina appena metti il piede giù dal letto. Essere impegnati in una cosa che ti piace, che non ti lascia tempo per fare quasi più niente, aiuta. Io e la mamma rifaremmo tutto, alla fine quello che conta è vivere bene questa vita, rendere felici i figli. Marco aveva un obiettivo, a 7-8 anni aveva scritto sul diario “un giorno diventerò campione del mondo”. Quindi noi lo abbiamo aiutato a raggiungere il suo sogno. E la nostra grande forza è non avere rimpianti, ci aiuta tanto“.

Infine non poteva mancare un commento sulle polemiche nate in Austria sul verde fuori dalla pista e le scelte della Direzione Gara: “questa cosa è uno schifo. Questi signori devono capire che il verde è una sicurezza, e se tu la sfrutti paghi. Non esiste che uno va fuori, rientra e poi me lo ritrovo tra i piedi a giocarsi la vittoria. È sbagliato e pericoloso. Posso tollerarlo alla prima curva, ma ogni volta che vai fuori paghi un secondo, stop. Vengono falsati i risultati e non capisco come in Federazione non capiscano queste cose semplici. La regola va cambiata“.

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