Domenica 27 settembre è una data da cerchiare in rosso, a Imola infatti si assegnerà il titolo mondiale e Vincenzo Nibali sarà in strada per provare ad ottenerlo. Non sarà comunque semplice, considerando il duro percorso che attende i corridori, un tracciato ricco di insidie che ieri lo Squalo ha visionato insieme al ct Cassani.
Una ricognizione utile, che il siciliano ha descritto così ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “ho fatto un giro, lo ritengo un percorso duro, impegnativo. C’è una salita iniziale, tipo un leggero falsopiano, in gruppo si sta bene. Poi ci sono altre due salite, molto più impegnative, da stare molto ‘in piedi’. La prima di queste due è più difficile nella parte iniziale. Poi c’è la parte che ti porta a Riolo, e una discesa che sembra un ‘cavatappi’. Quasi tutto, diciamo il 90%, è stato asfaltato“.
Nibali poi ha proseguito nella sua analisi: “la seconda salita è più tosta nella parte finale. Come se fosse uno dei classici ‘poggi’ toscani. Sali sempre su, senza scendere… Poi la vera discesa arriva dopo qualche chilometro. Ma niente di pericoloso. E’ dritta, c’è solo una curva. Si stringe un pochino la sede stradale ma niente di che. Saranno 260 chilometri, alla fine diventerà duro per forza. Sicuramente, se sto bene, può essere adatto a me. Ma dipenderà da come mi sentirò. E’ la condizione che sarà decisiva. Ovvio. Se consentisse di arrivare bene al nono giro, allora sì che si potrebbe fare una bella differenza“.
Sulle proprie condizioni in vista del Mondiale, Nibali ha ammesso: “ho fatto un buon blocco di lavoro per trovare la condizione per il Giro. Il Mondiale è sei giorni prima dell’inizio. La rosa della Nazionale è una rosa bella. Non parlo solo di me, ma di tutta la squadra. Bisognerà vedere come va, è difficile arrivare col dubbio ‘Sono pronto o no per il Mondiale?’. Non lo so nemmeno io. Ho detto al ct Cassani che sono in una fase in cui vado alla ricerca della condizione ma non riesco a trovarla. Potrebbe venire da un giorno all’altro, oppure no. Al rientro, ho fatto più fatica rispetto a prima del lockdown. E la Tirreno-Adriatico è stata la prima gara a tappe“.