Bayern Monaco, Coman e la sua paura per i colpi di testa: “quando colpisco la palla mi spavento…”

Il francese ha parlato in vista della Supercoppa Europea di questa sera, rivelando di temere i colpi di testa per via delle prese in giro dei compagni

SportFair

Ha deciso l’ultima finale di Champions League con un colpo di testa, regalando al Bayern Monaco il trofeo più prestigioso risolvendo con il suo gol la sfida con il Paris Saint-Germain. Adesso per Coman e i bavaresi si profila un altro match importantissimo, ossia la Supercoppa Europea che la squadra di Flick giocherà questa sera a Budapest contro il Siviglia.

Bayern Monaco
Pool/Getty Images

Una gara da vincere, come confermato dal match winner di Lisbona alla vigilia: “vogliamo sempre vincere e portare a casa più coppe che possiamo, non capita molto spesso di giocare la Supercoppa, perché prima devi vincere la Champions League. Ora ne abbiamo la possibilità e daremo il massimo per conquistarla. Sarà una bella partita, il Siviglia ama tenere palla ed è molto forte in fase di possesso, come la maggior parte delle squadre spagnole. Non sarà facile, ma possiamo vincere se siamo fisicamente in forma e ci facciamo vedere determinati“.

Coman
Pool/Getty Images

Il francese poi è tornato sul gol che ha deciso la finale di Champions, rivelando una sua scarsa inclinazione per i colpi di testa: “devo dire che è successo tutto molto in fretta, la palla arrivava da destra e mi sono accentrato un po’. In quel momento non hai troppo tempo per pensare e ho deciso di colpire di testa, non è il mio forte e ho avuto un po’ paura, ma la palla è entrata. Sì, paura. Poco prima di colpirla ho chiuso gli occhi. È un riflesso naturale, è istinto. Cerco sempre di tenere gli occhi aperti, ma all’ultimo secondo li ho chiusi. Il giorno prima della partita ci siamo allenati sulle finalizzazioni e sui colpi di testa e non ne ho segnato uno. In generale, quando colpisco di testa mi spavento e gli altri mi prendono in giro. Succede sempre, ma non mi offendo e stavolta è andata bene così e ho anche esultato. In genere non lo faccio dopo un gol perché segnare non mi regala brividi o emozioni particolari: preferisco l’assist. Stavolta, però, mi sono battuto il petto perché è stato magnifico e mi sono emozionato molto“.

Condividi